Cicloconio o occhio di pavone Venturia oleagina, Spilocaea oleaginea, Cycloconium oleaginum, Fusicladium oleagineum

Classificazione: Funghi > Macchie e necrosi fogliari da miceti

E’ un fungo fitopatogeno deuteromicete, agente eziologico dell'Occhio di pavone o Cicloconio dell’olivo.

Rappresenta una delle più gravi avversità fungine dell'olivo. È una malattia ad eziologia diffusa, in vario grado, in tutte le aree ove si coltiva l'olivo.

Biologia

La malattia si sviluppa dall'autunno sino alla primavera e va soggetta ad una lunga stasi estiva negli ambienti ad inverno meno rigido, mentre presenta una più netta stasi invernale nelle zone a clima freddo.

L'inoculo (che avviene per mezzo dei conidi) per le infezioni primarie proviene principalmente dalle foglie infette che rimangono attaccate sui rami durante l'inverno o l'estate. I conidi, una volta a contatto con l'ospite, germinano ed emettono un pro-micelio che perfora attivamente la cuticola e poi si diffonde e si sviluppa negli spazi dello spessore sotto-cuticolare (parassitismo sub-cuticolare). La particolare localizzazione del micelio, è dovuta alle particolari condizioni favorevoli incontrate quali: il nutrimento necessario alla sua crescita che ricava dalla degradazione della parete cellulare (cutina, cere, lipidi, cellulosa, pectina) e la protezione da parte della grossa cuticola che lo protegge dalla disidratazione e dalle radiazioni. Il fungo non riesce a penetrare nel sottostante mesofillo in quanto è ostacolato dalla reazione di difesa antifungina della pianta con accumulo di composti fenolici. A completamento del suo sviluppo sub-cuticolare, il fungo differenzia rami miceliari che fuoriescono dalla cuticola e danno luogo ai nuovi conidiofori. L'aspetto vellutato delle macchie fogliari è dovuto, appunto, alle fruttificazioni del patogeno. La durata del periodo di incubazione, dalla penetrazione alla comparsa dei sintomi, è piuttosto variabile: da circa due settimane (con condizioni favorevoli), ad alcuni mesi (se dopo l'infezione sopravviene un periodo caldo asciutto (stasi estiva), o freddo (stasi invernale)).

I conidi che distaccano dalle ife conidiofori perdono la loro capacità di germinare in pochi giorni.Il fungo continua a produrre facilmente nuovi conidi dalle macchie fogliari soprattutto dopo una pioggia che può corrispondere a un'infezione. L'acqua piovana favorisce il distacco e la disseminazione dei conidi, che riescono poi a germinare purché la superficie fogliare si mantenga bagnata per diverse ore o che l'umidità sia prossima alla saturazione, con livelli termici compresi tra 2 e 30°C con l’optimum posizionato fra 18 e 20°C.I propaguli del fungo vengono normalmente trasportati dal vento, anche inglobati in goccioline d'acqua, oppure disseminati da insetti (es. Ectopsocus briggsi). Le infezioni in atto possono evidenziarsi anche prima della comparsa dei sintomi mediante l'immersione delle foglie in soluzione acquosa al 5% di idrossido di sodio o potassico per 2-3 minuti a temperatura ambiente per le foglie giovani, a 50°C per le foglie adulte.

Danni causati

S. oleaginea attacca tutti gli organi verdi dell’olivo. E’ comunque sulle foglie che le infezioni del patogeno compiono l'azione più dannosa. Sulla pagina superiore delle foglie compaiono delle macchie, dapprima piccole e di colore bruno, che successivamente, aumentando di dimensioni, assumono una tonalità grigia al centro e bruno scuro nella parte periferica; nei periodi più caldi, le singole lesioni si circondano di un alone giallo intenso così da rassomigliare agli ‘occhi’ presenti sulle penne del pavone che danno il nome della malattia.

Il decorso della malattia porta alla caduta delle foglie che, oltre a ridurre la capacità fotosintetica della pianta, condiziona la successiva evoluzione delle gemme ascellari, impedendo così la produzione di rami a frutto con conseguente riduzione della produzione dell'anno successivo.

Inoltre, in conseguenza di ripetuti attacchi del fungo, la defogliazione porta ad un generale indebolimento della pianta e ad un progressivo disseccamento di una parte dei rami e delle branche. In generale, i danni provocati dalla malattia dipendono dalle condizioni climatiche e dallo stato di suscettibilità delle piante.

La suscettibilità delle piante è varia per le diverse cultivar di olivo ed è maggiore nei soggetti già debilitati per altre cause (marciumi radicali, olivi potati male o non potati).

Interventi agronomici

La lotta agronomica si avvale di misure preventive come:

- evitare un eccesso di concimazione azotata;

- effettuare adeguate potature in modo da alleggerirne le chiome e permettere il passaggio dell'aria e della luce.

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