Mal dello sclerozio Athelia rolfsii, Corticium rolfsii

Classificazione: Funghi > Marciumi e necrosi radicali

Specie assai polifaga (con predilezione delle piante succulenti e carnose) che può adattarsi ad una vita saprofitaria sui residui organici di origine vegetale esistenti nel terreno.

Si trova diffusa in modo particolare nelle zone a clima temperato ed in quelle tropicali e dimostra un diverso grado di patogenicità a seconda dell’ospite e dell’ambiente.

Il micelio della forma sterile è costituito da cellule molto allungate, non ristrette in corrispondenza dei setti, è ialino, poco ramificato e ricco di anastomosi. Il contenuto cellulare delle ife è granuloso ed omogeneo ed è ben visibile prima della formazione degli sclerozi; dopo questo stadio il protoplasma si assorbe in gran parte ed il micelio è allora poco visibile nei tessuti.

Gli sclerozi sono abbastanza polimorfici: per lo più ovoidali o subovoidali, sferici e talvolta piriformi od apiculati; hanno superficie liscia o leggermente vellutata che diventa rugosa in presenza di elevata umidità. Il loro colore varia a seconda dell’ospite e delle condizioni di differenziazione dal bianco al bruno-chiaro-caffellatte; inizialmente di consistenza molle poi più compatta ed a maturità diventano secchi distaccandosi facilmente dal substrato. Anche la loro dimensione è assai variabile, da 0,5 a 1 mm in diametro. Internamente hanno struttura eterogenea: perifericamente sono provvisti di uno strato di cellule compatte, pigmentati in bruno, al di sotto del quale si trova uno strato sottocorticale nettamente differenziato dal primo costituito da cellule ialine, allungate in senso radiale; infine la parte centrale è costituita da uno pseudoparenchima incolore, formato da cellule globose a struttura lacunosa.

I basidi raramente compaiono in natura e hanno evidentemente poca importanza per la diffusione del microrganismo. Tuttavia essi si ottengono facilmente in coltura pura su certi substrati ed in particolari condizioni.

Il processo infettivo inizia con la penetrazione del microrganismo su tutti gli organi erbacei o poco lignificati senza che sia necessaria una lesione dei tessuti; perforata la cuticola, il micelio si insinua tra le cellule determinando la dissoluzione delle membrane. In seguito, l’azione distruttrice delle cellule sarebbe operata da elevate quantità di acido ossalico rilasciate dal patogeneo stesso.

Biologia

Il patogeno può sopravvivere nel terreno sottoforma di sclerozi per parecchi anni, purchè non si siano approfonditi eccessivamente (non oltre i 12 cm); inoltre sono in grado di condurre vita saprofitaria nel suolo senza perdere il potere patogenetico.

C. rolfsii si sviluppa a temperature comprese tra i 10° e i 37° C con l’optimum di sviluppo compreso tra i 25°-30°C.

La formazione degli sclerozi avviene tra 20°-35°C.

Danni causati

Sulla barbabietola da zucchero l’attacco del patogeno si svolge più che altro a carico della radice, ove compare una circoscritta zona necrotica, limitata agli strati di tessuto più superficiali; man mano, in presenza di condizioni favorevoli, si estende e si approfondisce all’interno fino ad interessare larga parte del corpo della radice.

La zona alterata assume una colorazione molle e colorazione bruno-chiara all’interno e bruno-scura all’esterno.

Con il passare del tempo compare un’abbondante vegetazione fungina biancastra-sericea, più rigogliosa lungo i solchi saccariferi, che si espande e assumendo ai bordi una disposizione ventagliforme e consistenza feltrosa.

Su tale massa miceliale compaiono poi piccoli corpuscoli sferici, dapprima biancastri e di consistenza molle che gradatamente si consolidano, diventano compatti ed assumendo una tinta bruno-nerastra, previa sfumature giallastro-scure. Tali corpi sferici, che rappresentano la forma sterile, scleroziale, l’unica forma ad essere riscontrata nella barbabietola sono distribuiti irregolarmente ma per lo più sono disposti a gruppi di parecchi elementi strettamente ravvicinati.

Con il progredire dell’infezione il marciume si estende a tutta la superficie e gli organi aerei appassiscono e disseccano iniziando dalle foglie esterne.

Interventi agronomici

Risultati soddisfacenti riguardo al controllo del microrganismo sono stati ottenuti mediante:

- asportazione precoce del materiale infetto;

- rotazioni colturali per evitare il ritorno della coltura su terreno ancora infetto;

- spostamento delle coltivazioni in periodi poco favorevoli allo sviluppo del patogeno (periodi meno caldi dell’anno).

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