Afide della Patata Macrosiphum euphorbiae

Afide di origine sudamericana diffuso in gran parte del mondo. In Italia la sua presenza è stata registrata pressochè ovunque.

Può vivere a spese di numerose piante coltivate e spontanee come solanacee, rosa, agrumi, e ornamentali. Occasionalmente lo può ritrovare anche su actinidia.

Alata virginopara con corpo di forma allungata, di colore verde chiaro o giallo-bruno, talora con sfumature rossastre. Capo con tubercoli antennali divergenti. Antenne con il III antennomero fornito mediamente di 18 sensilli secondari. Sifoni subcilindrici, lunghi 2 volte la codicola, reticolati all'apice, di colore chiaro ma con la porzione reticolata imbrunita. 

Codicola chiara, allungata e appuntita, portante di norma 9 setole.

A maturità raggiunge i 5 mm di lunghezza.

Attera virginopara di colore variabile (verde, giallastro, rosa o rossastro). Antenne con il III articolo dotato di 3-7 sensilli secondari.

Codicola e sifoni come nella forma alata.

Dimansionsioni: 3-4 mm di lunghezza.

Biologia

In Europa l'afide compie un analociclo, svernando tramite femmine virginopare. Le maggiori popolazioni si registrano in primavera, decrescendo rapidamente sotto l'azione degli insetti utili.

Danni causati

Le colonie di M. euphorbiae attaccano in particolar modo le foglie, invadendo anche i fiori di pomodoro, patata, peperone e frutti appena formati di quest'ultimo. Su tali organi vegetali si verificano rallentamenti di sviluppo e avvizzimenti delle parti colpite.

La pericolosità dell'insetto è anche ascrivibile alla sua attitudine come vettore di quarantina di virus in modo non persistente e di altri 5 persistenti come l'accartocciamento della patata, il giallume della barbabietola, il mosaico con enazioni del pisello, ecc.

La sua pericolosità risulta oltremodo evidente nelle coltivazioni di patate da seme, in ragione delle sua efficienza nel veicolare il virus dell'accartocciamento.