Cocciniglia bianca del Gelso Pseudaulacaspis pentagona

Classificazione: Insetti > Cocciniglie

Diaspino originario di origine orientale, probabilmente di provenienza giapponese, giuntgo in Europa accidentalmente nel 1885, attraverso l'Italia settentrionale, diffusosi poi rapidamente nei Paesi limitrofi. E' attualmente ritrovabile negli areali compresi fra i 45° di latitudine nord e sud: oltre alla già citata Italia anche Francia, ex Jugoslavia, Spagna, Nord  e Sud Africa, Egitto, Siria, Turchia, Grecia, Sud della Russia, Stati Uniti, Isole Hawaii, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, India, Isole Bermude, Jamaica, Madagascar, ecc.

Gelso (Morus alba e nigra), Broussonetia papyrifera, pesco ed actinidia sono le piante ospiti principali; i danni possono comunque essere registrati anche su altre fruttifere (albicocco, mandorlo, cotogno, susino, noce, ribes, melo e pero). Solo raramente attacca anche la vite.

Essenze boschive ed ornamentali come bagolaro, catalpa, frassino, evonimo, glicine, geranio, ibisco, ligustro, lauceraso, lilla, maonia, oleandro, paulonia, passiflora, peonia, ramno, sofora, ecc. Eccezionalmente può infestare anche conifere e fagiolo.

Follicolo femminile di forma circolare o subcircolare, di colore bianco crema con esuvia rossastra in posizione spostata e, più raramente, centrale, con diametro dai 2 ai 2,8 mm di diametro.

Femmina adulta di colore arancione, leggermente piriforme o subpentagonale, con parte mesotoracica più sviluppata e lobi del torace e dell'addome ben definiti. Antenne ravvicinate con grosso tubercolo basale conico sormontato da una setola. Stigmi anteriori dotati di 10-18 ghiandole triloculari e stigmi posteriori sprovvisti di ghiandole. Macropori dorsali tubulari, corti, presenti in gran numero e in serie molto regolari formanti gruppi distinti (submediani, submarginali e marginali). Pigidio con tre paia di palette: quelle del primo paio sono coniche, ben sviluppate, fuse nel terzo o nella metà basale e con i bordi esterno ed interno finemente ondulati; quelle del II e del III paio sono piccole, coniche, ciascuna delle quali provvista di un piccolo lobo esterno. Apertura genitale circondata da 5 gruppi ghiandolari: 12-20, 28-45, 28-38. Macropori marginali in numero di 6 su ogni lato del pigidio. P. pentagona è caratterizzata da spine ghiandolari laterali biforcute.

Follicolo maschile lineare e debolmente carenato, di colore bianco con esuvia apicale gialla, di 1 mm di lunghezza.

Maschio di colore giallo uovo, di 0,9 mm di lunghezza, fornito di un unico paio di ali e di un lungo stiletto caudale. 

Uova di colore arancione se originano femmine, bianco-giallastre se origineranno maschi.

Biologia

P. pentagona sverna come femmina matura fecondata, protetta dal follicolo completo, dal velo ventrale e dalle pellicole corticali la ricoprono interamente. A fine aprile, nell'arco di una settimana o poco più, depone dalle 100 alle 170 uova accumulate sotto lo scudetto. Il numero di uova deposte cresce con l'alzarsi delle temperature e dell'umidità relativa. Le prime uova deposte si trovano all'inizio dello sviluppo e necessitano di un'incubazione di circa 7-10 giorni, le ultime sono quasi mature e schiudono in un paio di giorni. Le neanidi originate rimangono intorpidite per circa un'ora per poi attivarsi alla ricerca di luoghi adatti per fissarsi. Le neanidi femminili non si allontanano molto dal corpo della madre, quelle maschili invece denotano un carattere aggreggativo e migratorio che le spinge a riunirsi in gruppi sulla parte inferiore e più alta delle grosse branche.

Dopo essersi fissate danno inizio alla costruzione di un follicolo provvisorio realizzato con la secrezione delle ghiandole addominali.

A fine maggio, con la schiusura delle uova ancora in atto, le neanidi precoci compiono una prima muta, seguita da una seconda dopo una quindicina di giorni. In questo lasso di tempo le neanidi costruiscono il follicolo definitivo, il cui bordo si inserisce sotto la pellicola corticale che in seguito potrà ricoprirle anche completamente. Il ciclo di sviluppo delle neanidi maschili procede più velocemente, con maschi alati che compaiono quando le femmine portano a termine l'ultima muta. Queste vengono quindi fecondate quando si trovano ancora nella fase giovanile. Se i maschi sono scarsi e avvengono ritardi negli accoppiamenti, le femmine interrompono la nutrizione ritirando gli stiletti inseriti nei tessuti vegetali, abbandonando lo scudetto protettivo per creare un follicolo supplementare di colore bianco-sericeo. Questo verrà rafforzato da una scudetto solo se la femmina verrà fecondata, altrimenti quest'ultima deperirà fino a morire. Nel primo caso le uova deposte dalla femmina saranno di colore bianco-giallastro e daranno origine a neanidi maschili. 

In condizioni normali le uova della seconda generazione vengono deposte dalla fina di giugno alla seconda decade di luglio, dando origine a neanidi dalla metà alla fine di luglio. Tra l'ultima decade di agosto e la prima di settembre avviene la terza deposizione di uova che porterà, dai primi di settembre, alla comparsa delle neanidi della generazione svernante. Compie quindi 3 generazioni annuali. Nelle annate di spanandria (cioè quando l'assenza di maschi provoca la mancata fecondazione delle femmine), il ritmo di sviluppo della cocciniglia rallenta, con riduzione delle generazioni a due.

Danni causati

P. pentagona infesta rami e fusti delle piante ospiti cagionando, nei casi più gravi, spesse incrostazioni. Ciliegie e pesche vengono attaccate dalle neanidi femminili: nei punti di insediamento fa la sua comparsa una macchia di colore rossastro, simile a quella provocata da Q. perniciosus, ma maggiormente sfumata.

I frutti di actinidia vengono invece danneggiati e deprezzati dalla presenza dei follicoli maschili. Le parti legnose infestate finiscono col deperire arrivando anche al disseccamento; i frutti attaccati perdono valore commerciale.

Interventi agronomici

Un'intervento di tipo meccanico può essere realizzato rimuovendo le incrostazioni tramite spazzolature eseguite con spazzole di saggina oppure con getti d'acqua ad alta pressione. Con le infestazioni più gravi si ricorre al taglio e alla distruzione dei rami maggiormente compromessi.

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