Scolitide dei Fruttiferi Scolytus rugulosus

Classificazione: Insetti > Coleotteri scolitidi

Questo coleottero scolitide è diffuso in tutta Italia, eccetto le zone sopra i 1500 m, ed attacca preferibilmente il ciliegio, susini (sia coltivati che spontanei), albicocco, pesco e mandorlo; meno frequentemente colonizza il pero, melo, cotogno e sorbo, le infestazioni avvengono anche su latifoglie forestali come olmo, ontano, faggio, betulla e nocciolo. Le infestazioni avvengono su piante già debilitate.

Gli adulti, di 2-3 mm di lunghezza, sono di colore bruno scuro con pronoto (parte dorsale del primo segmento toracico) ben sviluppato e con grossi punti oblunghi; l’estremità delle elitre (ali anteriori fortemente sclerificate e rigige, hanno funzione protettiva), delle tibie e dei tarsi sono rossastri. Sulle elitre vi sono dei fini peli dorati eretti e una punteggiatura molto serrata, infossata entro leggeri solchi. 

Biologia

Lo scolitide compie due generazioni all’anno e sverna come larva dentro alle gallerie di nutrizione. Gli adulti fuoriescono in maggio-giugno dai fori presenti sugli organi infestati e si portano su piante sane; li scavano delle gallerie all’ascella delle gemme in attesa di raggiungere la maturità sessuale. Raggiunta la maturità, le femmine vengono fecondate, da un solo maschio, e iniziano a scavare una galleria nella zona sottocorticale (galleria materna o di prolificazione) lunga dai 15 ai 40 mm, che decorre parallela o leggermente obliqua alle fibre del legno. Nella galleria vi sono delle piccole nicchie dove la femmina depone 20-40 uova. Le larve iniziano a scavare delle gallerie individuali che procedono sinuose e si intersecano nel tratto terminale, intaccando i primi strati di alburno (legno più giovane, corrispondente ai vasi xilematici attivi nel trasporto dell’acqua). Le larve, dopo 30-40 giorni dalla nascita, raggiungono la maturità e si scavano una celletta nell’alburno dove si impupano; dopo 10-15 giorni compaiono gli adulti che fuoriescono in agosto-settembre attraverso piccoli fori di sfarfallamento praticati nella corteccia. Segue la seconda generazione le cui larve superano l’inverno. 

Danni causati

Lo scolitide infesta rami di piccolo o medio diametro, può attaccare anche le branche o il tronco se hanno un diametro sotto i 10 cm. Le larve si sviluppano scavando una galleria nella zona corticale, intaccando anche l’alburno. Le piante infestate vanno incontro ad un progressivo deperimento che si conclude molto spesso con la morte. Sui rami attaccati sono evidenti sulla corteccia tanti piccoli fori, questi sono stati usati dagli adulti per fuoriuscire. Sulle drupacee vi è anche l’emissione di gomma dai fori, rendendo la sintomatologia più evidente. Le infestazioni avvengono in genere su piante debilitate o sotto stress per: effetto della siccità, gravi attacchi di patogeni o fitofagi, crisi post trapianto o altre cause. 

Interventi agronomici

Gli interventi rivolti al mantenimento in salute delle piante aiutano a prevenire le infestazioni; alcune scelte possono essere: scelta di luoghi di impianto idonei, evitare trapianti a fine inverno, irrigazioni e concimazioni equilibrate, ecc. Nel caso di piante infestate è importante eliminare le zone colpite (es. rimozione di una branca) e poi bruciarle, queste operazioni devono essere condotte prima della fuoriuscita degli adulti (entro la metà di aprile). 

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