Moscerino minatore Liriomyza trifolii

Classificazione: Insetti > Ditteri

Insetto di origine neartica segnalato inizialmente in America settentrionale alla fine del secolo scorso. Successivamente si è diffuso anche in diversi stati europei, come l'Italia, dove è stato per la prima volta individuato alla fine degli anni '70.

Specie notevolmente polifaga, ritrovabile su oltre 120 specie vegetali come gerbera, crisantemo, pomodoro, peperone, fagiolo, sedano, ecc.

Adulto di colore nero-grigiastro con prescuto e scuto toracico di colore nero, scutello giallo vivo e mesopleure gialle con una piccola macchia nero-grigia sul bordo inferiore. Negli esemplari maschi il cappuccio edeagale presenta l'apice appuntito.

A maturità raggiunge 1,3-2,3 mm di lunghezza, con le femmine lievemente più voluminose dei maschi.

Larva trasparente nella prima età e di colore giallo-arancio chiaro alla fine del ciclo di sviluppo, con spiracoli posteriori a forma di tricorno forniti di tre pori. Dimensioni: 3 mm di lunghezza.

Pupario di forma ovale, leggermente appiattito e con tricorno posteriore, di colore che passa dal giallo-aranciato al bruno-dorato, delle dimensioni di 1,3-2,3 x 0,5-0,75 mm.

Uovo color crema, traslucido e delle dimensioni di 0,2-0,3 x 0,10-0,15 mm.

Biologia

Gli adulti di L. trifolii vivono dai 15 ai 30 giorni, con i maschi che fanno la loro comparsa alcuni giorni prima delle femmine. Sono attivi con temperature superiori a 12°C e si nutrono della linfa che fuoriesce dalle lesioni causate dalle femmine all'atto dell'ovodeposizione, e del nettare dei fiori.

Gli accoppiamenti si consumano 24 ore dopo lo sfarfallamento.

Le uova vengono deposte sotto l'epidermide della pagina superiore delle foglie. Il numero di uova deposto varia in funzione della temperatura e della pianta ospite. Su sedano le femmine depongono, a 15°C, mediamente 25 uova, per salire a 400 con 30°C, 493 su pisello e 639 su crisantemo.

Danni causati

Le larve di L. trifolii compiono la loro attività trofica a spese di foglie, piccioli e petali fiorali della gerbera. Le femmine, con l'ovopositore, compiono punture di nutrizione a carico delle foglie e per depositare le uova.

Le larve scavano il parenchima fogliare realizzando gallerie sinuose di forma non regolare.

I danni più pesanti sono riconducibili all'attività delle larve. Se il numero delle mine è elevato si presentano riduzioni dell'attività fotosintetica tali da da portare a disseccamenti fogliari, caduta prematura e, nei casi estremi, morte dell'intera pianta.

Le piante ornamentali commercializzate con le foglie (crisantemi e margherite) vengono deprezzate dall'attacco del parassita.

Le punture di nutrizione e ovodeposizione delle femmine cagionano perdite di turgore e necrosi dei tessuti vegetali che si trova sotto le lesioni. Tali punture possono inoltre veicolare il virus del mosaico del sedano e altre virosi trasmissibili per succo.

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