Euprottide o Bombice cul bruno Euproctis chrysorrhoea

Classificazione: Insetti > Lepidotteri

Questo lepidottero limantride è presente nell’Italia settentrionale e centrale ed è diffuso specialmente nelle zone collinari. Data la sua polifagia attacca numerose piante, con preferenza per diverse rosacee da frutto: melo, pero, ciliegio, nespolo; gli attacchi avvengono anche a spese di castagno, nocciolo, rosa, biancospino, corbezzolo, querce, tiglio, robinia, faggio, olmo, ecc.

Gli adulti hanno le ali anteriori color bianco e nel maschio sono presenti alcune macchioline nere, l’apertura alare è di 30-40 mm. Altra differenza tra maschio e femmina è nella forma delle antenne, nel primo assomigliano ad un pettine (bipettinate) mentre nella seconda sono filiformi; la femmina inoltre presenta sulla parte terminale dell’addome un ciuffo di peli color ruggine.

La larva matura, della lunghezza di circa 35 mm, risulta fondamentalmente nera con il capo di color cuoio macchiato di nero. Sul dorso di ciascun segmento addominale vi sono due linee parallele longitudinali di colore arancio-rossastro e dei cuscinetti di corti e fitti peli bruni, ai cui lati esterni vi sono dei ciuffi bianchi. Su due segmenti verso la fine dell’addome sono presenti, uno su ciascun segmento, dei cuscinetti rotondi rossastri estrofessibili, da essi fuoriesce un liquido urticante. Il corpo è inoltre fornito di tubercoli dorsali e laterali con inseriti ciuffi di peli urticanti. 

Biologia

Questo lepidottero compie una sola generazione all’anno. L’insetto supera l’inverno allo stadio di larva dentro nidi formati da fili sericei che inglobano la vegetazione; questi contengono l’intera nidiata o a volte diverse nidiate di larve. In marzo-aprile le larve riprendono l’attività alimentare e rimangono gregarie per un periodo (tutta la terza età) per poi lasciare il nido e sparpagliarsi per la pianta. Raggiunta la maturità si incrisalidano, verso inizio giugno, per poi dare gli adulti circa 15 giorni dopo. Gli adulti sfarfallano tra fine giugno e metà luglio, il volo può continuare anche per tutto luglio. Avvenuti gli accoppiamenti le femmine depongono le uova in una o due ovature, composte in genere da circa 200 uova, che ricoprono di peli dorati che si strappano dall’addome. Dopo 8-20 giorni nascono le larve, queste vivono gregarie e si costruiscono un nido legando alcune foglie con fili sericei. Con l’avvicinarsi dell’autunno le larve aumentano la loro attività defogliatrice e costruiscono sull’apice dei rametti un nido dalla forma claviforme o affusolata, all’interno di questo nido trascorrono l’inverno. 

Danni causati

Le larve giovani (prima età) scheletrizzano le foglie, lasciando solo le nervature e l’epidermide inferiore. In primavera, le larve cha hanno superato l’inverno iniziano a divorare le giovani foglie, i boccioli fiorali e i fiori. Le larve avvolgono la vegetazione con dei fili sericei creando dei nidi di forma clavata o fusiforme. In caso di forti infestazioni la vegetazione viene divorata quasi completamente, ciò porta a gravi ripercussioni sulla produzione. In genere gli attacchi di questo lepidottero avvengono negli impianti ubicati in ambienti collinari nelle prossimità di aree boschive. 

Interventi agronomici

Durante la potatura invernale si possono asportare e bruciare i nidi presenti all’apice dei rametti, inoltre si può fare un’ispezione nella vegetazione limitrofa al frutteto (piante selvatiche) rimuovendo anche li i nidi. 

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