2013
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Panorami fitoiatrici: mais e piralide

Una stagione bizzarra complica la pianificazione degli interventi contro la piralide del mais. AgroNotizie raccoglie le sostanze attive utilizzabili contro questo fitofago

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Gli insetticidi utilizzabili contro la piralide del mais

Nei campi si vede ormai di tutto: da piantine alte non più di tre dita ad altre che puntano decisamente verso il metro d'altezza. Le piogge di aprile e maggio, infatti, hanno drammaticamente sfalsato le semine del mais. Nei casi più estremi hanno obbligato perfino alla risemina di alcuni appezzamenti, dato che il primo giro era stato annegato dai ristagni idrici.
La strategia di anticipare le semine per minimizzare gli attacchi di piralide, per usare un eufemismo, è quindi andata a farsi benedire: dai primi di luglio le larve di Ostrinia nubilalis, ovvero la piralide del mais, avranno di fronte a sé un panorama quanto mai variegato con il quale confrontarsi. Unica speranza è che, proprio a causa delle piogge battenti e dei ritardi nelle semine, la prima generazione di questo lepidottero sia andata anch'essa a vuoto, limitando quindi le potenzialità di danno della generazione successiva, quella di luglio appunto.
Un sistema empirico per posizionare i trattamenti è quello di riferirsi al viraggio dal color verde al giallo delle "barbe", ovvero le infiorescenze femminili. Visto l'anno, però, sarà ancor più consigliabile l'attento monitoraggio in campo tramite apposite trappole e osservazioni dirette.
Il periodo in cui si svilupperanno gli interventi potrebbe essere più esteso del solito, quindi serve poter contare su prodotti a differenti modalità d'azione e tempistiche di impiego.

Gli strumenti a disposizione


In banca dati Fitogest.com sono raccolte le sostanze attive atte al controllo della piralide. Cliccando sui nomi delle singole sostanze si giunge alle rispettive pagine di approfondimento, dalle quali è possibile accedere anche ai relativi formulati in commercio.
 
Diverse infatti le sostanze attive attualmente commercializzate(*) in Italia contro la piralide. Fra queste diflubenzuron (gruppo Irac 15) mostra un modo d'azione peculiare, essendo l'unico inibitore della sintesi della chitina utilizzabile su mais. Il suo comportamento è da ovicida puro: offre il vantaggio di una persistenza che assicura congrui periodi di protezione, ma risulta privo di azione di vapore né tanto meno si mostra citotropico. In altre parole, non mostra possedere alcuna capacità abbattente su adulti e larve già schiuse e "vaganti". Va quindi posizionato durante la fase di ovideposizione, preferendo applicare, nel dubbio, un giorno prima anziché dopo.
 
Dopo questo "ovicida 100%" sono impiegabili diversi larvicidi, aventi caratteristiche differenti e modalità di applicazione specifiche.
In primis, si può contare su una grande famiglia di prodotti, quella dei piretroidi. Appartenenti al gruppo Irac 3A, agiscono sui canali del sodio del sistema nervoso degli insetti. A differenza di diflubenzuron mostrano un elevato potere abbattente. Molteplici sono le differenti sostanze attive di questa storica famiglia di insetticidi, alcune delle quali sono però presenti come ben precisi isomeri. Per esempio, cipermetrina è un mix racemico di ben otto isomeri, quattro "cis" e "quattro "trans". È poi reperibile anche come sola alfa-cipermetrina (altrimenti nota come alfametrina) oppure come sola zeta-cipermetrina. Gli intervalli di sicurezza su mais delle tre sostanze attive variano peraltro dai soli tre giorni di alfa-cipermetrina, ai 28 della cipermetrina e infine ai 60 dell'isomero "zeta".
Circa i formulati commerciali vi è solo l'imbarazzo della scelta, dato che delle tre sostanze attive risultano disponibili in commercio quasi 40 prodotti differenti.
Cipermetrina è infine disponibile anche in miscela con clorpirifos-metile, un estere fosforico fortemente larvicida. L'intervallo di sicurezza di questa miscela è in ogni caso di 28 giorni.
Sempre della famiglia dei piretroidi seguono quindi deltametrina, ciflutrina e lambda-cialotrina, con tre, 14 e 15 giorni di carenza rispettivamente.
 
Simile ai piretroidi, ma in qualche modo differente in termini strutturali, risulta etofenprox (Irac 3A). Dal grande potere abbattente, anche questa molecola va applicata all'inizio dell'attacco larvale, rispettando poi una carenza di 28 giorni.
Sempre sui canali del sodio, ma con un meccanismo diverso, agisce anche indoxacarb, della famiglia chimica delle ossadiazine (gruppo Irac 22A).  Indoxacarb offre un profilo ecotossicologico favorevole e una maggiore selettività verso gli insetti utili rispetto ai piretroidi. Buon larvicida, pecca in tema di citotropicità e di azione di vapore. Il suo momento di applicazione è quindi anch'esso alla schiusura delle uova. Indoxacarb mostra un intervallo di sicurezza pari a 14 giorni. 
 
Della famiglia degli esteri fosforici, altra famiglia "attempata" di sostanze attive, restano ormai registrate su mais solo due molecole: clorpirifos e clorpirifos-metile. Per quanto siano considerati a minor potere abbattente rispetto ai piretroidi, questi larvicidi offrono una persistenza d'azione maggiore e vanno sospesi 30 e 15 giorni prima della raccolta rispettivamente.
 
Una menzione a parte la merita infine clorantraniliprole. Questa sostanza attiva si qualifica come ovo-larvicida, offre una buona persistenza e spicca rispetto ai larvicidi appena citati grazie a una maggiore selettività sugli artropodi utili. Clorantraniliprole offre un intervallo di sicurezza di sette  giorni e può essere reperito in commercio anche in miscela con lambda-cialotrina.
 

Per chi segue il biologico

 
Chi avesse scelto di sposare i protocolli Bio, ha comunque degli strumenti a disposizione per controllare la piralide. Diversi formulati contengono Bacillus thuringiensis, le cui tossine sono particolarmente adatte al controllo delle larve dei lepidotteri. Offrono una classificazione tossicologica favorevole e un intervallo di sicurezza su mais di soli tre giorni, anche se questo pregio non rappresenta un vero plus nella maggior parte dei casi, vista la lontananza dei trattamenti insetticidi dalla raccolta. Su Fitogest.com sono riportati ben 11 differenti tipi di "Bacillus", fra ceppi e sierotipi. I formulati a base di Bt vanno posizionati all'inizio della schiusura delle uova.
Infine, è possibile effettuare lanci in campo di Tricogramma Maidis, un parassitoide che vive a spese proprio delle uova di Piralide.
 
 
 (*) Nota: per gli approfondimenti sullo stato di avanzamento del processo di revisione europea è possibile per ogni sostanza attiva rifarsi ai contenuti di Fitorev.com

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