2013
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Panorami fitoiatrici: le nottue delle orticole

Nei mesi estivi, con prolungamenti anche in autunno, le colture orticole sono esposte agli attacchi larvali delle nottue. Agronotizie riassume le sostanze attive utilizzabili contro questi fitofagi

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Panoramica sulle sostanze attive disponibili contro le nottue delle colture orticole

In molti le chiamano semplicemente "nottue", accomunando sotto questo generico termine molti dei lepidotteri che affliggono le colture orticole. Questi possono però indossare livree diverse e avere habitus differenti. Ben lo sa chi deve confrontarsi in campo o in serra con avversità quali Heliothis, Spodoptera, Plusia, Chrysodeixis...
Molti dei ritrovati che agiscono su una di loro agiscono spesso anche sulle altre, sebbene i livelli di efficacia possano variare cambiando insetto target. Questo potrebbe apparentemente sembrare una semplificazione del problema, invece rischia di causare pericolose sottovalutazioni in sede decisionale. L'arrivo poi di un altro lepidottero, la Tuta absoluta o Tignola del pomodoro, ha peraltro scombussolato parzialmente i programmi di difesa, salvo poi sgonfiarsi di importanza nel giro di soli due o tre anni.
La scelta dei prodotti commerciali da inserire in strategia deve peraltro tenere conto degli effetti collaterali su altri insetti presenti, quali tripidi, aleurodidi, fillominatori, richiedendo pertanto un'attenta valutazione caso per caso, quasi serra per serra.

Premesso quindi che nei paragrafi seguenti non si entrerà in dettaglio sulle singole e specifiche peculiarità delle varie sostanze attive elencate, in essi il lettore di Agronotizie potrà comunque trovare un compendio delle opzioni fra le quali potrà operare le proprie scelte.
Come ulteriore semplificazione della sinossi, si è scelta come coltura di riferimento il pomodoro, orticola regina del panorama italiano. Le colture orticole sono infatti alquanto numerose e diverse fra loro e  sono attaccate da questa o quella nottua in via preferenziale. Impossibile quindi riassumere in modo efficace e in un solo articolo gli infiniti trinomi costituiti da fitofago-coltura-sostanza attiva.

Dalla banca dati Fitogest.com sono state quindi estrapolate le sostanze attive registrate per il controllo delle nottue  su pomodoro. È quindi buona norma che l'utente, prima di compiere la propria scelta, consulti in dettaglio le singole etichette registrate in Italia per verificare il fit del prodotto verso le esigenze puntuali del proprio binomio coltura/fitofago.
Operativamente, cliccando sui nomi delle singole sostanze si giunge alle rispettive pagine di approfondimento, dalle quali è possibile poi accedere anche ai relativi formulati in commercio.


Gli strumenti a disposizione

 
Diverse sono le sostanze attive attualmente commercializzate(*) in Italia contro le nottue.
Fra queste si evidenziano innanzitutto alcuni regolatori della crescita.
Il primo di essi è lufenuron, (gruppo Irac 15), un inibitore della sintesi della chitina che mostra una certa efficacia anche nei confronti dei fillominatori.  È da utilizzarsi in chiave preventiva in guisa di prodotto ovicida. Altro regolatore della crescita è metoxifenozide (gruppo Irac 18), il quale a differenza di lufenuron è un accelleratore della muta, ovvero un "Mac". Entrambi i prodotti vanno  quindi posizionati prima della schiusa delle uova, sfruttandone anche la discreta persistenza.

Molto più numerosi appaiono i larvicidi, aventi ciascuno caratteristiche differenti e modalità di applicazione specifiche.
La famiglia più numerosa di prodotti è quella dei piretroidi (gruppo Irac 3A), i quali offrono un ampio spettro d'azione e un elevato potere abbattente, fattore che li rende funzionali alle applicazioni su colture orticole. Patiscono però più di altre sostanze attive di temperature elevate, le quali sono spesso una costante, specialmente sotto serra.
Fra i piretroidi si possono trovare innanzitutto prodotti a base di cipermetrina (mix racemico di otto isomeri), reperibile anche in miscela con clorpirifos metile. Seguono poi alfa-cipermetrinazeta-cipermetrina, ciflutrina e deltametrina (entrambe anche in miscela con imidacloprid, deltametrina anche con clorpirifos etile). Infine, ultima ma non ultima, lambda-cialotrina.

Sempre sui canali del sodio, ma con un meccanismo diverso, agisce anche indoxacarb, della famiglia chimica delle ossadiazine (gruppo Irac 22A).  Indoxacarb offre un profilo ecotossicologico favorevole e una selettività verso gli insetti utili molto maggiore rispetto ai piretroidi. Buon larvicida, pecca in tema di citotropicità e di azione di vapore. Il suo momento di applicazione è quindi anch'esso alla schiusura delle uova. Simile in qualche modo a indoxacarb si trova metaflumizone (gruppo Irac 22B), il quale agisce anch'esso sui canali del sodio ma con un meccanismo differente rispetto a piretroidi e indoxacarb, sostanza con la quale divide infatti il macrogruppo numero 22 dell'Irac.
 
Una menzione a parte la meritano infine clorantraniliprole (gruppo Irac 18) ed emamectina benzoato (gruppo Irac 6). Entrambe agiscono non sul sistema nervoso dell'insetto, bensì sulla sua muscolatura. La prima sostanza attiva interferisce con i recettori rianodinici presenti nei canali del calcio delle fibre muscolari.  Si qualifica come ovo-larvicida, assicurando una buona persistenza e spiccando rispetto ad altri larvicidi grazie a una maggiore selettività verso gli artropodi utili.
In commercio si può trovare anche in miscela con lambda-cialotrina e con abamectina, le quali ampliano significativamente lo spettro d'azione  complessivo del formulato.
Emamectina benzoato  è invece della famiglia chimica delle avermectine e agisce stimolando il rilascio del neurotrasmettitore Acido Gamma-Amino-Butirrico (GABA) provocando un  flusso continuo di ioni cloro nelle cellule del muscolo, la cui capacità contrattile risulta in breve compromessa. Ottimo larvicida, si presta ottimamente alla composizione di efficaci programmi di difesa integrata.

Veterani mai domi


Esponente di una famiglia "evergreen", per lo meno nel senso dell'età, si conferma methomyl, un carbammato ad ampio spettro d'azione e dal profilo residuale favorevole, dal momento che viene rapidamente degradato dai tessuti vegetali delle colture, le quali lo utilizzano quasi fosse una fonte di carbonio. Inibitore dell'enzima acetilcolinesterasi appartiene al gruppo Irac 1A. Ottimo strumento antiresistenza e risolutore di numerosi problemi con un solo passaggio, patisce però di una scarsissima selettività verso gli artropodi utili e di una classificazione tossicologica molto sfavorevole, fattori che lo escludono dai disciplinari di produzione integrata.
Stesso sito d'azione ma tipo di legame diverso: famiglia degli esteri fosforici (gruppo Irac 1B),  fra i quali si possono trovare ancora due molecole utilizzabili contro le nottue delle orticole, ovvero clorpirifos e clorpirifos-metile. Per quanto siano considerati a minor potere abbattente rispetto ai piretroidi, questi larvicidi offrono persistenza d'azione e selettività maggiori.

Per chi segue il biologico

 
Chi avesse scelto di sposare i protocolli Bio, ha comunque diversi strumenti a disposizione per controllare le nottue. Diversi formulati contengono Bacillus thuringiensis (gruppo Irac 11A), le cui tossine sono particolarmente adatte al controllo delle larve dei lepidotteri. Offrono una classificazione tossicologica favorevole e non incidono sul profilo residuale dei raccolti.
Su Fitogest.com sono riportati 11 differenti tipi di "Bacillus", fra ceppi e sierotipi. I formulati a base di Bt vanno posizionati all'inizio della schiusura delle uova.
Di derivazione anch'essa naturale, essendo ottenuta dalla pianta del Neem, troviamo poi Azadiractina A (Nessun gruppo Irac: modo d'azione non certo). In alcune etichette commerciali è riportato genericamente l'uso anche per il controllo delle nottue.
Altamente specifico contro Heliothis troviamo invece l'Helicoverpa armigera nucleopoliedrovirus, un baculovirus che infetta le larve delle nottue gialle e le porta a morte in breve tempo.
Analogamente, è possibile reperire in commercio anche lo Spodoptera littoralis nucleopoliedrovirus, specifico per il controllo di Spodoptera littoralis.  
Per ultimo è stato volutamente lasciato spinosad (Gruppo Irac  5), il quale agisce sugli attivatori allosterici dei recettori nicotinici dell’acetilcolina. È utilizzabile in agricoltura biologica perché deriva dal batterio Saccharopolispora spinosa. Controlla non solo le nottue, ma anche altri insetti, uno su tutti il tripide. Risulta quindi uno strumento ottimale per la gestione dei programmi di difesa, non solo biologica, anche in un'ottica antiresistenza.
 
 
 (*) Nota: per gli approfondimenti sullo stato di avanzamento del processo di revisione europea è possibile per ogni sostanza attiva rifarsi ai contenuti di Fitorev.com

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