2016
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Monsanto apre i suoi database agli sviluppatori

Monsanto ha deciso di aprire i database di The Climate Corporation a tutte le software house che vogliono sviluppare nuovi servizi. Il modello? L'AppStore di Apple

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Monsanto ha acquistato nel 2013 The Climate Corporation per quasi un miliardo di dollari

Monsanto è conosciuta in tutto il mondo per le sue sementi, ma negli ultimi anni il business del colosso statunitense si sta spostando sempre di più verso i dati. Nel 2013 ha acquisito per quasi un miliardo di dollari The Climate Corporation, una società fondata da due ex dipendenti di Google che avevano costruito una piattaforma assicurativa online.
In caso di fenomeni atmosferici avversi gli agricoltori assicurati venivano risarciti senza bisogno di sopralluoghi di periti, perché i dati meteorologici erano già in possesso della società grazie a rilevazioni satellitari e al suolo.

Nei server di The Climate Corporation sono immagazzinati moli enormi di dati relativi ai campi degli Stati Uniti. Monsanto ha deciso di sfruttare questa ricchezza e nel settembre del 2015 ha lanciato Climate FieldView, una piattaforma che sfrutta i dati meteo e satellitari per affiancare l'agricoltore nel suo lavoro.

Ma per avere maggiori informazioni sulle quali prendere le decisioni, The Climate Corporation ha anche deciso di stringere partnership con altre aziende.
La prima è stata Veris Technologies, una società specializzata in sensori per il suolo. Mentre poche settimane fa ha acquistato Supra Sensor, una azienda che produce sensori per identificare i livelli di nitrati del suolo.
Con questi dati e con quelli che le stesse aziende agricole forniscono (il tipo di coltivazione, le produzioni precedenti, ecc.) Climate FieldView è in grado di assistere l'agricoltore nel suo lavoro, suggerendo quali sementi usare, quando irrigare, diserbare o concimare.

Il passo successivo è stato quello di aprire a sviluppatori terzi la piattaforma. Chiunque abbia una idea di servizio da fornire alle aziende agricole può sviluppare la sua applicazione e metterla sul mercato.
L'idea è quella di creare un effervescente ecosistema che sforni servizi utili agli agricoltori.
Il modello è quello dell'AppStore che la Apple ha pensato per i suoi tablet e smartphone. Chiunque può accreditarsi e sviluppare una propria app. Se questa viene acquistata da un consumatore il grosso va allo sviluppatore, mentre una parte finisce nelle casse della Apple.

The Climate Corporation potrà poi acquisire i dati generati da queste nuove applicazioni per arricchire la sua offerta di servizi.
C'è addirittura chi immagina che in futuro la piattaforma Climate FieldView non solo darà suggerimenti su come gestire al meglio i campi, ma permetterà anche di acquistare direttamente sementi o agrofarmaci, bypassando la rete di venditori.

Un punto su cui le associazioni di agricoltori statunitensi tengono gli occhi aperti è la gestione dei dati. Non è infatti ancora chiaro di chi sia la proprietà delle informazioni generate dai sensori e immesse nella piattaforma dagli agricoltori stessi.
La paura è che possano essere usate per secondi fini di cui le aziende agricole non sono a conoscenza.

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