2017
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Sostenibile e trasparente

Trasparenza e propositività da parte della melicoltura trentina, la quale ha condiviso fatti ed esperienze in un convegno organizzato da Apot il 19 gennaio 2017

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Convegno di Apot sulla melicoltura sostenibile trentina

Che il Trentino sia un'area splendida e godibile non è certo uno scoop. Lo testimonia il milione e 830 mila turisti che nel 2015 hanno fatto salire a quasi otto milioni e mezzo le presenze complessive nella verde provincia autonoma della Val d'Adige. Del resto, l'89% della superficie trentina è da considerarsi "naturale", ovvero composta da boschi, rimasti costantemente intorno al 66% della superficie da quasi 50 anni. E poi prati, pascoli, monti e ghiacciai.

Ma come si sa, la casa dell'idraulico è sempre quella coi tubi che perdono. E così, agli occhi di una porzione di trentini la loro provincia non appare poi così sana e vivibile come il resto d'Italia invece la considera. Grandi accusati l'agricoltura e, soprattutto, gli agrofarmaci utilizzati a protezione di meli e vigne.

Da anni si rincorrono infatti accuse di abusi, di fantomatici dossier tenuti nei cassetti, di malacci che dilagherebbero fra la popolazione senza che nessuno dica o faccia niente. Peggio, a volte perfino con l'idea che qualcuno tenga tutto ciò nascosto per gli ormai abusati "interessi economici". Come se gli "abusatori" non avessero una famiglia e dei figli cui dover pensare.

Una percezione alquanto oscura, questa, che però collide frontalmente con le azioni concrete di uno dei servizi tecnici più all'avanguardia d'Europa e con la professionalità e lo scrupolo messi in campo da tutto il mondo-mela trentino. Prima o poi, un confronto fra le parti doveva quindi iniziare.

Tale occasione è stata lanciata da Apot, ovvero l'associazione di produttori ortofrutticoli trentini, la quale ha organizzato a Trento, il 19 gennaio scorso, un convegno per condividere con la popolazione le azioni compiute e i risultati ottenuti.

Presso il Teatro Sociale di Trento si è quindi tenuto il convegno dal titolo "Trentino sostenibile - Il futuro diventa presente". Padrona di casa Apot, la quale ha voluto in tal modo condividere lo stato dell'arte dell'agricoltura trentina e dei processi virtuosi da tempo intrapresi e forse fino a oggi mal percepiti.

Colonna portante, la sostenibilità, intesa come area di sovrapposizione fra le sue tre branche, ambientale, economica e sociale. A tal fine è stato redatto uno specifico documento, il "Bilancio di sostenibilità", per l'anno 2016. In esso sono raccolti i numeri alla base di quella percezione di area sana e felice che così tanti turisti extra-provinciali hanno del Trentino. Una percezione, vi è da dire, alquanto motivata.

Da un'indagine svolta da AgroTer su un campione significativo di extra-provinciali, il Trentino sarebbe infatti l'area italiana che produce le mele migliori per il 54% degli intervistati. Per i trentini, gli agricoltori della provincia sarebbero "rispettosi" o "molto rispettosi" dell'ambiente per il 77% degli interpellati. In tema di agrofarmaci, ovvero i famigerati "pesticidi", il 42% dei trentini ritiene che la situazione sia migliorata, per il 39% sarebbe stabile e solo per il 19% sarebbe peggiorata. Un trentino su cinque pensa quindi che la sua esposizione ai "veleni" sia cresciuta negli ultimi tempi. Un'evidenza da non trascurare per il prosieguo delle comunicazioni verso la popolazione, anche perché la loro percezione non trova riscontro nei numeri che Apot è riuscita a mettere sul tavolo.

Per esempio, è cresciuta esponenzialmente la tecnica della confusione sessuale nei frutteti, con il conseguente abbassamento dell'uso di insetticidi. Non a caso le arnie di api in Trentino sarebbero cresciute da 6.000 a oltre 14.000 dal 1980 a oggi, nonostante la produzione di mele sia anch'essa cresciuta da 150 mila a 500 mila tonnellate. Dimostrazione che anche l'intensificazione colturale può risultare del tutto sostenibile.

Nel tempo è calato anche l'uso di molecole più obsolete dal punto di vista tossicologico e ambientale, migliorando quindi sensibilmente anche in termini qualitativi. Non solo: anche i controlli sui macchinari per la loro distribuzione è aumentato, portando a realizzare oltre settemila controlli di cui il 98% è risultato conforme alle leggi dello Stato e a quelle della tecnica.

I risultati di tali sforzi possono essere misurati con un "termometro" particolare, ovvero la presenza di residui sulle mele. Negli ultimi 14 anni sono stati effettuati quasi 14 mila campionamenti, annoverando solo uno 0,57% di non conformità ai limiti di legge. Il più delle volte, quando presenti, gli agrofarmaci risultavano dalle decine alle centinaia di volte al di sotto delle loro soglie massime. Dimostrazione che la percezione di "abuso" sia quanto mai priva di fondamento.

A ulteriore dimostrazione, la presenza o il ritorno di specie un tempo minacciate, come il gufo reale, il gufo comune, la poiana e il falco pellegrino. Questo nei cieli. In terra si è riscontrata la presenza dell'ululone dal ventre giallo, anfibio delicatissimo il cui ritrovamento è indice di elevata qualità ambientale. Un anfibio che prospera proprio in aree ove la melicoltura trentina è presente e opera attivamente.

Di pari passo, le indagini delle locali autorità sanitarie hanno evidenziato come non vi siano differenze in termini di incidenza delle patologie passando da aree coltivate ad aree lontane da quelle melicole. A dispetto dei molteplici messaggi allarmisti lanciati a più riprese e con argomentazioni troppe volte dall'inconsistente al fantasioso.

Anche sul fronte idrico si sono ottenuti risultati importanti. Passando dall'irrigazione per aspersione a quella a goccia, si sono risparmiati volumi di acqua capaci di sostenere il fabbisogno idrico di quasi un terzo della popolazione trentina.

Non paghi, in Trentino si è deciso lo stanziamento di oltre 200 mila euro di finanziamenti all'anno a progetti per migliorare la sostenibilità delle pratiche agricole, per un totale di quasi un milione di euro nei prossimi cinque anni.


Ambiente sì, ma anche business e occupazione

Il ruolo della melicoltura in Trentino è fondamentale, con 7.764 soci produttori ai quali si affiancano circa 1.500 dipendenti delle cooperative. Ben 363 milioni di euro il valore della frutta venduta. Una realtà però molto difficile da gestire, visto che la dimensione media degli appezzamenti è di soli 1,4 ettari e vi sono 30.259 appezzamenti coltivati. Una galassia di fazzoletti di terra da armonizzare, compiendo sforzi immani per tenere il controllo dal punto di vista tecnico delle molteplici attività.

L'agricoltura svolge anche un ruolo fondamentale per l'occupazione, specialmente giovanile, con oltre 3.000 assunzioni di stagionali al di sotto dei 30 anni. I dati del 3° trimestre 2016 mostrano infatti un aumento del 17,5% nell'occupazione agricola a fronte di un pur sempre apprezzabile 7,8% medio provinciale.

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