2017
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Manica: come ridurre l’impronta carbonica in agricoltura

A Trento, in un convegno organizzato da Manica, strategie e interventi a confronto su come ridurre la CO2 nelle produzioni agricole. Disponibili gli atti

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Un momento della tavola rotonda. Da sinistra: Ivano Valmori, Claudio Ioriatti, Maristella Rubbiani, Marcello Lunelli, Rolando Del Fabbro e Riccardo Bugiani

Il Grand Hotel di Trento è stata la cornice in cui si è svolto il convegno tecnico organizzato da Manica su “Strategie per la riduzione dell’impronta carbonica in agricoltura” che ho avuto il piacere di moderare e a cui hanno partecipato oltre 200 tecnici e professionisti provenienti da tutta la penisola.

Dopo i saluti di benvenuto, Giulia Manica ha introdotto al concetto di “chimica verde”, (o sostenibile) ovvero una concezione della chimica che si propone di indirizzare su percorsi di sostenibilità l'approccio complessivo (produzione ed utilizzo), prevenendo eventuali possibili problemi prima che possano manifestarsi.

Molto apprezzato l’intervento di Paolo Gabrielli (ricercatore permanente e principal investigator presso il Byrd Polar Research Center e la School of Earth Science dell’Ohio State University a Columbus negli Usa) che con la sua relazione ha svelato "I segreti dell'atmosfera del passato nelle profondità dei ghiacci del pianeta". Un intervento volto a far ragionare i partecipanti sugli effetti del cambiamento climatico. Sono stati mostrati grafici, tabelle e fotografie che hanno introdotto circa la gravità della situazione come l’innalzamento della temperatura media globale, la progressiva riduzione dei ghiacciai e il costante innalzamento delle acqua marine.

L’intervento di Michele Manica (responsabile Ricerca e sviluppo Manica Spa), intitolato "Mitigare le emissioni con il rame sostenibile Manica" ha spiegato in dettaglio concetti come l’impronta carbonica, i coformulanti verdi e la produzione sostenibile del rame. Dal suo intervento è emerso come sia possibile ridurre l’impronta carbonica dei fitofarmaci attraverso la scelta di coformulati sostenibili e l’uso del rame di origine nazionale, due soluzioni efficaci e a basso impatto ambientale che permettono di ottenere riduzioni dell’ordine del 27% dell’impronta carbonica sul prodotto finito.

Marco Tonni (Sata Studio Agronomico e consulente in Aziende del settore vitivinicolo per la gestione agronomica e fitosanitaria di vigneti) con la relazione intitolata "L'impronta carbonica nel settore vitivinicolo: nascita e sviluppo di un concetto di sostenibilità credibile" è entrato nello specifico, spiegando come l’impronta carbonica venga misurata con estrema precisione nel settore vitivinicolo grazie al sistema ItaCa. Grazie alla misurazione e al confronto negli anni si sta sviluppando un concetto di “sostenibilità credibile e misurabile” basata sulla conoscenza e sul monitoraggio.

Le relazioni sono state chiuse dall’intervento di Andrea Segrè (professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata e Agricultural and rural development Policies all’Università di Bologna e presidente della Fondazione Edmund Mach). Interessante e trasversale il tema: “Come evitare gli sprechi e ridurre le emissioni di CO2” un intervento a 360 gradi sull’impatto dell’agricoltura nel sistema ambiente.

Particolarmente coinvolgente la tavola rotonda che ne è seguita dove gli argomenti della prima parte sono stati presi in esame dall’intera filiera rappresentata da:

Riccardo Bugiani (Servizio fitosanitario Emilia-Romagna) che ha posto particolare accenno su come si esegue la valutazione dei dossier efficacia di un prodotto fitosanitario.

Maristella Rubbiani (head of the Unit dangerous preparations and mixtures national Centre for chemicals - Istituto superiore di Sanità) che ha dettagliato l’iter registrativo di un prodotto fitosanitario con particolare approfondimento sul controllo tossicologico.

Marcello Lunelli (vicepresidente e responsabile tecnico delle Cantine Ferrari) che ha raccontato l’evoluzione della difesa fitosanitaria del “Trento Doc” e dell’orientamento sempre più ecosostenibile della difesa della vite in Trentino.

Rolando Del Fabbro (tecnico agronomo di Manica Spa) che ha spiegato come il rame, nonostante sia “candidato alla sostituzione“, grazie alla ricerca Manica sulle attività dei sali di rame, i dosaggi e la selettività dei formulati sarà per molti altri anni protagonista nella difesa delle colture agraria da molteplici avversità.

Claudio Ioriatti (Unità Agricoltura biologica - Centro trasferimento tecnologico - Fondazione E. Mach) che ha posto particolare attenzione sulla differenza di impatto ambientale tra agricoltura integrata e biologica e sulla differenza tra i diversi tipi di agrofarmaci (organici ed inorganici) grazie ad una specifica ricerca condotta su vigneti coltivati in coltura integrata, biologica e biodinamica.

I saluti istituzionali sono stati affidati ad Alessandro Olivi (vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e lavoro della Provincia di Trento) che, nel dare plauso all’iniziativa, ha voluto ricordare come l’agricoltura, specialmente in Trentino, debba essere sempre più vicina al cittadino e al turista, facendosi sempre più green, ecosostenibile e… trasparente.

La sfida sarà fare in modo che si ristabilisca sempre maggiormente un rapporto di fiducia tra agricoltori e società, la quale dovrebbe riconoscere l’agricoltore come “custode della natura”.
 
Guarda il video con la sintesi del convegno:
 

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