2017
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Lazio, insieme contro il moscerino della frutta

L'Agenzia regionale allo sviluppo agricolo e all'innovazione ha presentato un progetto per il controllo della Drosophila suzukii, e anche della Ceratitis capitata, assieme a Crea, Enea, Centro agroalimentare di Roma e regione

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Un esemplare di Drosophila suzukii

Fonte immagine: © Martin Cooper - Wikipedia

Da alcuni anni un moscerino di origine giapponese, probabilmente introdotto nel nostro paese insieme alle merci provenienti dall'Estremo Oriente, sta provocando danni ingentissimi alle coltivazioni di ciliegie, riducendo drasticamente la produzione commercializzabile.

Un problema non indifferente, soprattutto per i cerasicoltori di Moricone, nella Sabina romana, a pochi chilometri dalla capitale che si trovano a dover fronteggiare un nuovo nemico.

La Drosophila suzukii, questo il nome scientifico dell'insetto, trova campo libero alla sua diffusione in assenza di antagonisti specifici.

Inoltre la presenza di più specie frutticole con diversa stagionalità di produzione e l'esistenza di potenziali ospiti intermedi rintracciabili tra esemplari della flora spontanea locale, ne garantisce il ciclo biologico, in particolare in alcuni areali del territorio regionale.

Moscerino che danneggia anche altri tipi di frutta, in particolare fragole e piccoli frutti, e in alcune condizioni climatiche anche l'uva.

Al problema si aggiunge la mancanza di conoscenze adeguate sulla biologia dell'insetto e sul suo comportamento negli ambienti colonizzati di recente e di efficaci sistemi di lotta per contrastarne la diffusione.

E mentre nella Sabina romana è la Drosophila suzukii a destare al momento le maggiori preoccupazioni, a Sud di Roma, nell'area frutticola dei Castelli, si segnalano negli ultimi anni recrudescenze significative dei danni provocati dalla mosca della frutta, la Ceratitis capitata, un'antica conoscenza dei coltivatori di pesche tardive nel territorio del comune di Colonna.

Sui due fronti, quello della lotta per il contenimento della Drosophila suzukii e della Ceratitis capitata, Arsial ha lanciato un progetto per il controllo sostenibile dei due parassiti.

Un progetto realizzato insieme ai diversi istituti del Crea interessati e alla divisione Biotecnologie e agroindustrie dell'Enea, con il Car, Centro agroalimentare di Roma, e con il sostegno della Regione Lazio.

L'elevata partecipazione di agricoltori registrata in occasione della presentazione del progetto presso la Cooperativa agricoltori uniti di Moricone, nei giorni scorsi, è stato un segnale evidente della preoccupazione diffusa nelle campagne per queste emergenze fitosanitarie, in particolare per quella della Drosophila suzukii.

Un'emergenza rispetto alla quale si può pensare nell'immediato solo a un contenimento dei danni con l'adozione di misure di natura prevalentemente agronomica, a carattere preventivo, abbinate a tecniche di monitoraggio e di cattura massale degli adulti.

Un clima di urgenza, che ha portato anche ulteriori problematiche. Infatti il ministero della Salute è intervenuto con deroghe speciali, previste dalla normativa fitosanitaria, autorizzando l'uso di principi attivi anche non registrati su alcune colture.

Principi attivi che invece di essere utilizzati dagli agricoltori con parsimonia ed estrema cautela, sono stati spesso impiegati in dosi eccessive contribuendo all'insorgere di possibili fenomeni di resistenza e generando rischi di natura sanitaria per gli stessi utilizzatori, per l'ambiente e per i consumatori finali.

Ora il progetto guidato dall'Arsial dovrà cercare di porre rimedio anche a queste situazioni, con nuove soluzioni tecniche e attività di formazione.

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