2017
16
Sicilia, il punteruolo rosso affonda il vivaismo
Fortemente ridotta la produzione di palme. L'allarme è stato lanciato dal presidente di Coldiretti Sicilia, Ferreri, che ha costituito un gruppo di lavoro
“Il punteruolo rosso ha distrutto il paesaggio e molta attività delle aziende vivaistiche della Sicilia”. Lo afferma il presidente di Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri, con riferimento alla crisi del comparto. La riproduzione di palme è passata - secondo Coldiretti Sicilia - da 5 milioni di piante all’anno a poco più di 800mila. Una perdita che nelle aree vocate ha dimezzato le imprese monocolturali e costretto a riconversione tantissime altre.
“Si tratta di un ambito produttivo importante per l’economia siciliana che prima del coleottero rappresentava un traino per l’Isola – prosegue il presidente – penalizzato ulteriormente dal Programma di sviluppo rurale Sicilia 2014-2020 in quanto nella misura 4.1 pochissime aziende potranno accedere al finanziamento, provocando ulteriori tagli e dimezzando gli investimenti, una situazione prevista in quanto le aziende vivaistiche partivano già svantaggiate rispetto alle altre”.
Ma sui vivai siciliani è caduta anche un’altra tegola: se la palma nana è già inserita nell’elenco internazionale delle piante potenzialmente ospiti di Xylella fastidiosa, l’Efsa sta studiando la possibilità di tale evenienza anche per altre specie della famiglia Palmae.
“La crisi - afferma ancora Ferreri - è stata determinata anche dal blocco delle esportazioni. I prodotti siciliani raggiungevano la Turchia, l’area del Maghreb e altri paesi rappresentando il clou del made in Sicilia. Il tutto si è aggravato a causa della Xylella: nonostante l’Isola sia esente, le nostre piante non possono essere esportate”.
Per superare l’impasse e trovare soluzioni adeguate Coldiretti Sicilia ha costituito un gruppo di lavoro “Sta già predisponendo delle proposte che presenterà a livello regionale, nazionale ed europeo – aggiunge il presidente Coldiretti - in quanto il settore è quello a maggior rischio taglio dei consumi da parte delle famiglie e delle amministrazioni che hanno fortemente ridotto la spesa nel verde pubblico”.
L’ornamento delle città siciliane alla luce del boom turistico che si registra è un elemento importantissimo per attrarre ancora più presenze. Ripopolare con le palme i centri urbani e le periferie può rappresentare un contributo fattivo per far crescere nuovamente il comparto vivaistico che vanta una delle più alte qualificazioni professionali a livello mondiale, restituendo all’Isola la connotazione paesaggistica che ha sempre avuto.
“Nei nostri comuni – conclude Ferreri - è scomparsa la figura del giardiniere, professionalità a cui è preposta anche la prevenzione delle eventuali malattie delle piante. La mancata cura porta ad un imbruttimento generale a cui le amministrazioni devono provvedere anche con politiche di investimento sul 'bello'".
“Si tratta di un ambito produttivo importante per l’economia siciliana che prima del coleottero rappresentava un traino per l’Isola – prosegue il presidente – penalizzato ulteriormente dal Programma di sviluppo rurale Sicilia 2014-2020 in quanto nella misura 4.1 pochissime aziende potranno accedere al finanziamento, provocando ulteriori tagli e dimezzando gli investimenti, una situazione prevista in quanto le aziende vivaistiche partivano già svantaggiate rispetto alle altre”.
Ma sui vivai siciliani è caduta anche un’altra tegola: se la palma nana è già inserita nell’elenco internazionale delle piante potenzialmente ospiti di Xylella fastidiosa, l’Efsa sta studiando la possibilità di tale evenienza anche per altre specie della famiglia Palmae.
“La crisi - afferma ancora Ferreri - è stata determinata anche dal blocco delle esportazioni. I prodotti siciliani raggiungevano la Turchia, l’area del Maghreb e altri paesi rappresentando il clou del made in Sicilia. Il tutto si è aggravato a causa della Xylella: nonostante l’Isola sia esente, le nostre piante non possono essere esportate”.
Per superare l’impasse e trovare soluzioni adeguate Coldiretti Sicilia ha costituito un gruppo di lavoro “Sta già predisponendo delle proposte che presenterà a livello regionale, nazionale ed europeo – aggiunge il presidente Coldiretti - in quanto il settore è quello a maggior rischio taglio dei consumi da parte delle famiglie e delle amministrazioni che hanno fortemente ridotto la spesa nel verde pubblico”.
L’ornamento delle città siciliane alla luce del boom turistico che si registra è un elemento importantissimo per attrarre ancora più presenze. Ripopolare con le palme i centri urbani e le periferie può rappresentare un contributo fattivo per far crescere nuovamente il comparto vivaistico che vanta una delle più alte qualificazioni professionali a livello mondiale, restituendo all’Isola la connotazione paesaggistica che ha sempre avuto.
“Nei nostri comuni – conclude Ferreri - è scomparsa la figura del giardiniere, professionalità a cui è preposta anche la prevenzione delle eventuali malattie delle piante. La mancata cura porta ad un imbruttimento generale a cui le amministrazioni devono provvedere anche con politiche di investimento sul 'bello'".