Tignola dell'Olivo Prays oleae

Classificazione: Insetti > Tignole

E’ una farfalla diffusa in tutte le zone olivicole italiane.

L'adulto (circa 13-15 mm di apertura alare) presenta ali frangiate con una livrea grigio-argento, con macchiettature nerastre nel primo paio.

Le larve mature (circa 8 mm di lunghezza) sono di colore nocciola chiaro, con bande longitudinali verdastre, dorsalmente, e giallognole, ventralmente.

Biologia

L'inverno è trascorso dalla generazione fillofaga allo stadio di larva, nelle foglie. Nella primavera, in aprile-maggio, si hanno gli sfarfallamenti.mLe femmine, dopo l'accoppiamento, depongono le uova che sono di forma ellittica, appiattite, lunghe circa 0,5 mm e di colore bianco-giallognolo; l'ovideposizione avviene sui fiori, generalmente un uovo per fiore. Dopo circa 1-2 settimane fuoriescono le larve che si nutrono fino a maturità, rodendo i fiori e rivestendoli di fili sericei; ogni larva può attaccare e distruggere anche qualche decina di fiori.

La larva matura si incrisalida in un bozzoletto, sull'infiorescenza. In maggio-giugno compaiono gli adulti: le femmine di questo volo (secondo volo), che sono più prolifiche delle precedenti, depongono le uova soprattutto sui frutticini.

Da queste uova fuoriescono, dopo pochi giorni, le larve che attaccano i frutti (generazione carpofaga) penetrando fin nella parte più interna, distruggendo anche il seme. Raggiunta la maturità, mediamente nel mese di settembre, abbandonano il frutto, in prossimità del peduncolo, e si impupano tra le foglie. Fra settembre e ottobre si ha lo sfarfallamento degli adulti che iniziano così la terza generazione.

L'ovideposizione, generalmente in ottobre, avviene sulle foglie; le larve neonate penetrano nel parenchima fogliare scavandovi gallerie sottili, di solito a forma di “S”, nelle quali rimangono fino alla fine dell'inverno. Al primo variare delle temperature di fine inverno-inizio primavera le larve riprendono l'attività, attaccando diverse foglie fino a quando, raggiunta la quinta età, rodono le foglie dall'esterno.

Verso il mese di marzo-aprile si incrisalidano. Compie quindi 3 generazioni all'anno.

Danni causati

I danni si manifestano sui fiori, sui frutti e sulle foglie; tuttavia l'infestazione delle foglie e di una buona percentuale dei fiori non arreca danni apprezzabili, mentre l'attacco ai frutti è particolarmente pericoloso.

I danni sono causati dall'attività trofica delle larve, in modo particolare:

- le larve della prima generazione (generazione antofaga) penetrano internamente i boccioli fiorali, distruggendo i vari organi riproduttivi;

- le larve della seconda generazione (generazione carpofaga) che sono le più pericolose, attaccano i frutticini quando le loro dimensioni sono di circa 5 mm di diametro; le larve scavano gallerie nei frutticini fino ad arrivare all'endocarpo, provocando la cascola anticipata del frutto stesso;

- le larve della terza generazione (generazione fillofaga) scavano tortuose gallerie nel parenchima fogliare; a maturità le foglie vengono erose dall'esterno. Queste larve possono entrare anche all'interno dei germogli facendoli seccare.

Interventi agronomici

In natura il fitofago è controllato da numerosi entomofagi tra cui ricordiamo:

- Rincoti Antocoridi;

- Neurotteri Crisopidi;

- Ditteri Sirfidi;

- Geniaspis fuscicollis praysincola;

- Chelonus elaeaphilu;

- Apanteles xanthostigma.

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