Afide nero Aphis fabae

Classificazione: Insetti > Afidi

Afide diffuso in quasi tutte le regioni temperate dell'Emisfero Nord, in Sud America e Africa. Notevolmente polifago, può vivere a spese di numero piante coltivate e spontanee come agrumi, pomacee, vite, barbabietola, spinacio, patata, ombrellifere, fava, fagiolo, erba medica, Evonymus europaeus, Viburnum opulus e Philadelphus coronarius.

Alata virginopara fondamentalmente di colore nero o bruno olivaceo. Antenne 6-articolate fornite di 15-20 rinari secondari sul III antennomero e 1-5 sul IV; processo terminale dell'ultimo segmento 2-3,5 volte più lungo della base. Addome con segmenti interessati da un'ampia sclerificazione mediana e una laterale, alle quali se ne affiancano alcune assai piccole, con eventuale presenza di efflorescenze cerose segmentali; tra i primi due stigmi laterali e posizionati sul I urotergite sono presenti un tubercolo e una setola visibilmente assai più lunga rispetto a quella di quest'ultimo afide nero, tanto da superare di molto l'altezza del tubercolo marginale del medesimo urite. Sifoni moderatamente lunghi (circa la metà della distanza tra le loro basi e 1,4-1,8 volte la codicola), leggermente assottigliati all'apice.

Codicola tanto lunga quanto larga, con contorno subtriangolare, fornita di 12-16 setole.

A maturità raggiunge 3,9 mm di lunghezza, 2,6 mm senza ali.

Attera virginopara di colore nerastro opaco; addome con macchie cerose in posizione dorso-laterale interessanti i segmenti dal I al IV compresi. Antenne con il III articolo 1/3 più lungo del IV. Sifoni e codicola come nella forma alata. Dimensioni: 2,4-2,6 mm di lunghezza.

Sessupara ginopara simile nell'aspetto alla femmina virginopara con il V segmento delle antenne provvisto al massimo di un sensillo secondario.

Maschio di dimensioni più piccole rispetto alla ginopara con antenne fornite di una decina di sensilli secondari sul V segmento.

Anfigonica di colore bruno-nerastro, con sifoni molto brevi e caratterizzata da tibie postariori con sensilli placoidei subcircolari. Raggiungono i 2,5 mm di lunghezza.

Uovo di colore nero lucido, delle dimensioni di 0,5 x 0,25 mm.

 

Biologia

A. fabae ha comportamento dioico e olociclico; sverna come uovo durevole deposto su piante come Evonymus europaeus, Viburnum opulus e Philadelphus coronarius, ospiti primari.

Le femmine fondatrici nascono in aprile; da queste ha origine per partenogenesi una discendenza di femmine partenogenetiche (dette fondatrigenie).

Dopo alcune di queste generazioni fanno la loro comparsa le forme alate che, migrando sugli ospiti secondari, danno seguito a più generazioni virginogenie.

In autunno compaiono le sessupare, poi gli anfigonici, e il ciclo si chiude con la deposizione di una o più uova durevoli da parte delle femmine fecondate.

Negli ambienti con inverni miti l'afide può affiancare al normale olociclo, una serie di generazioni partenogenetiche (paraciclo sugli ospiti secondari), anche con scomparsa delle sessupare e degli anfigonici.

Meno frequentemente l'afide può compiere l'intero ciclo solo sugli ospiti primari (olociclo paramonoico sull'ospite primario) e su quelli secondari (olociclo paramonoico sull'ospite secondario).

Reinfestazioni di A. fabae si possono avere nel periodo estivo a carico degli ospiti primari: tali reinfestazioni sono realizzate da virginogenie migrate dagli ospiti erbacei. Tali colonie sono comunque destinate a scomparire prima dell'autunno.

 

Danni causati

L'infestazione dell'afide interessa foglie, scapi fiorali, fiori e baccelli cagionando accartocciamenti delle lamine, deperimenti e, in estremis, veri e propri disseccamenti vegetativi.

La pericolosità di A. fabae è da ricondurre anche alla sua capacità di trasmettere virus non persistenti che possono colpire circa una trentina di piante (barbabietola, patata, cucurbitacee, crucifere, tabacco, pomodoro, dalia, ecc.) e altri persistenti come il giallume della barbabietola e l'accartocciamento della patata.

 

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