Nematode galligeno giavanese Meloidogyne javanica

Classificazione: Altri organismi nocivi > Nematodi

Questi nematodi di piccole dimensioni sono un problema per numerose colture (vite, fruttiferi, orticole, bietola, pomodoro, tabacco, patata, floricole) specialmente se si trovano in terreni sabbiosi (spesso presenti nelle zone costiere). In questo genere le dimensioni vanno da 0,6 a 2 mm e si ha una differenza morfologica tra la femmina e il maschio, la prima è a forma di fiaschetto mentre il secondo ha forma allungata; i maschi non sono sempre presenti. 

Biologia

Questi nematodi si conservano come larve, attive o quiescenti, e uova quiescenti per un periodo di tempo che può arrivare fino a tre anni; le uova in presenza di radici attaccabili schiudono e la larva che fuoriesce penetra subito nelle radici. Le infestazioni compaiono da aprile fino a scomparire ad ottobre-novembre, con una presenza massima tra maggio e settembre. Nel periodo invernale non vi sono infestazioni in quanto le uova sono quiescenti (in fase di riposo) e le larve infestanti si approfondiscono nel terreno anche oltr a 70-80 cm di profondità. Le condizioni ambientali migliori per lo sviluppo sono la presenza di caldo con elevata umidità. Durante l’anno vi diverse generazioni, 5-7 generazioni in nord Italia.

Danni causati

Le larve penetrano nelle radici provocando una disorganizzazione dei tessuti; la pianta reagisce con un accrescimento abnorme dei tessuti (dovuto a ipertrofia, cioè a causa della dimensione maggiore delle cellule) con la formazione di galle radicali. Queste modificazioni vanno a alterare la funzionalità delle radici, specialmente di quelle più piccole, compromettendo l’assorbimento; ciò porta le piante in condizioni di stress fino a provocarne la morte.

Interventi agronomici

Gli interventi agronomici sono diversi: solarizzazione, lavorazioni estive del terreno, coltivazione e sovescio di piante biocide (brassicacee), impiego di pannelli o pellet di semi di brassica (es. Brassica carinata), rotazioni con specie poco sensibili (frumento, mais, ecc.),  impiego di materiale esente da nematodi (materiale certificato), uso di portinnesti resistenti o tolleranti, evitare il ristoppio, evitare ristagni idrici, distruggere i residui della vegetazione infetta.

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