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Bayer, alla scoperta della prima Forward farm italiana

Situata a pochi chilometri da Verona, Moranda è la prima azienda agricola del Belpaese entrata a far parte del progetto. Soluzioni integrate, corsi di formazione e partnership, i tre pilastri del programma. Guarda i video

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Veduta aerea dell'azienda agricola Moranda

Fonte immagine: © Alba Drone Service di Alessandro Piccolo

La prima Bayer Forward farm italiana è l'azienda agricola Moranda, situata a pochi chilometri da Verona, dove si producono vini come Valpollicella, Valpollicella Superiore e Amarone.

L'azienda tedesca ha voluto presentare il progetto, al suo primo anno di sviluppo in Italia, durante un incontro che si è svolto proprio all'interno dell'azienda agricola interessata. Il programma Bayer Forward farming è attivo da diversi anni in altri paesi dell'Ue: Francia, Belgio, Germania e Olanda. Da oggi al 2020 sarà sviluppato anche in Brasile, Stati Uniti, Scandinavia e Costa Rica.

Fare agricoltura sostenibile si può: il programma messo in piedi da Bayer si sviluppa attraverso tre pilastri: soluzioni integrate che comprendono sementi e prodotti innovati (agrofarmaci chimici ma anche biologici) e servizi su misura per l'agricoltore, quindi assistenza tecnica e sistemi di supporto alle decisioni; stewardship ovvero corsi di formazione in modo che l'agricoltore utilizzi correttamente i prodotti, nelle giuste dosi, al momento giusto, per tutelare uomo e ambiente; partnership, collaborazioni quindi per trovare le soluzioni migliori per ogni singola azienda agricola con università, istituti di ricerca, associazioni.

La prima Forward farm europea è nata nelle vicinanze di Bruxelles: "Abbiamo scelto quella zona - ha affermato Bernd Naaf, membro del Comitato esecutivo Bayer Crop Science - per poter portare i politici della Commissione europea in visita. E' importante infatti far loro capire meglio come funziona l'agricoltura per evitare che siano troppo influenzati dalle Ong, con le quali peraltro noi di Bayer collaboriamo. Pensiamo infatti che gli agricoltori debbano avere un scelta".
 

Per quanto riguarda invece la decisione di far partire il progetto italiano dall'azienda agricola Moranda, è stata Paola Sidoti, business and marketing communication manager di Bayer Crop Science Italia, a spiegare le motivazioni: "Potevamo puntare su un'azienda tecnologica, potevamo prendere un giovane agricoltore, un agricoltore alle prime armi e invece abbiamo colto uno stimolo che è arrivato da Giovanni Capurso, titolare della Moranda, che ha sempre espresso il desiderio di fare sempre meglio", ha affermato Paola Sidoti.

Durante la visita alla Bayer Forward farm sono stati illustrati tutti i passi compiuti nel primo anno di sviluppo del programma.
Giovanni Capurso sta utilizzando il sistema Movida, un modello matematico che permette, in base all'elaborazione dei dati meteo e all'aggiornamento dello sviluppo della coltura di controllare peronospora e oidio. Con confusione sessuale e trappole tecnologiche è stato possibile ridurre a zero, durante la stagione scorsa, i trattamenti per combattere la tignoletta.
Attraverso la capannina meteo e una app dedicata è stato possibile decidere il momento migliore per trattare mentre, con Bayer Phytobac, gli agrofarmaci utilizzati sono stati smaltiti in maniera sicura.


"Bisogna aver il coraggio di seguire l'innovazione, e noi siamo sempre stati molto attenti alle novità, senza dimenticarci della tradizione. Quest'anno abbiamo fatto meno trattamenti - ha affermato proprio Capurso - abbiamo inquinato molto meno. Il clima non è più quello di una volta e bisogna essere pronti e tempestivi, bisogna entrare nei vigneti solo quando serve e se serve. I sistemi di supporto alle decisioni sono molto utili".

L'azienda Moranda ha sempre cercato di vivere in armonia con l'ambiente ma l'intervento della World biodiversity association, onlus formata da botanici, naturalisti, zoologi, ha potuto valutare esattamente lo stato di biodiversità del suo vigneto.

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