2017
10

Intervista alla malaria

Interviste impossibili: la storia della malaria vista con gli occhi del patogeno, fra epidemie globali e nazionali

agronotizie-interviste-impossibili.png

Le interviste impossibili: oggi è il turno della malaria

Oggi pressoché dimenticata nel ricco mondo occidentale, la malaria continua a mietere vittime in tutto il pianeta grazie anche alla diffusione dei suoi vettori principali, le zanzare del genere Anopheles. Le aree geografiche colpite dal plasmodio sono per lo più africane, nella parte centrale del continente, le aree centro-settentrionali del Sudamerica, l’India e gran parte del Sudest asiatico.
 
La storia della malaria è stata raccontata da molti, spesso in modo incompleto o addirittura sbagliato. Per tali ragioni si è pensato di farla raccontare proprio da lei, perché sono troppe le persone che hanno dimenticato cosa essa abbia fatto all’umanità nel corso dei millenni. Persone di cui una discreta percentuale oggi non esisterebbe nemmeno se in passato non fosse stata condotta una lotta durissima soprattutto contro l’insetto vettore. Quindi si dia la parola a lei, la grande protagonista.
 
Signora Malaria, vi sono alcuni miliardi di persone che non la conoscono, ritenendola ormai cosa del passato. Come stanno invece le cose?
"Non scherziamo, io sono ancora oggi viva e vegeta. Anzi, da diversi anni mi sto nuovamente espandendo in diverse aree del globo. Pensi che sono già riuscita a mettere a segno ben quattro grandi epidemie in meno di un quarto di secolo. Ogni anno solo in Africa mieto circa un milione di vittime".
 
Inclusi bambini… Lei è la prima causa di mortalità infantile in diverse nazioni dell’Africa centrale. Non è che mi vanterei molto fossi in Lei.
Mi creda, non è che io mi diverta. Né ritengo siano responsabili le mie alleate zanzare. Non siamo né buone né cattive. È la natura che ci ha fatto così. Io mi sono evoluta per riprodurmi a spese dei globuli rossi del sangue, loro per cibarsi di quel sangue pungendo soprattutto mammiferi. Uomo incluso, di qualsiasi età. Anzi, Le dirò di più. Le zanzare sono del tutto ignare di ciò che trasferiscono con le loro punture. Personalmente le ritengo innocenti per ciò che poi io faccio. Ma per assurdo è contro di loro che si è concentrato l’odio degli uomini, sfogato tramite l’uso smodato di insetticidi…
 
Uso smodato di insetticidi? Un modo di esprimersi da attivisti ecologisti: è una verde anche Lei?
"Per certi versi sì. In fondo cosa c’è di più naturale di un patogeno che diffonde fra le proprie vittime grazie a un vettore inconsapevole? Io le regole di madre natura le rispetto in pieno, mica come voi umani!".
 
Su questo potremmo aprire un lungo dibattito, ma mi astengo. Però non se la prenderà mica se anche le sue vittime cercano di difendersi da Lei, spero.
"No. Ovvio che non me la prendo. Sono un plasmodio, non riesco a portare rancore. Del resto, è da tempo immemorabile che vi uccido. Centinaia e centinaia di milioni di vite stroncate nel corso della storia. Che ce l’abbiate con me lo capisco. Pensi che le prove scientifiche che vi infesto risalgono almeno ai tempi del vostro Impero romano, anche se il nostro, per così dire, rapporto è partito molto prima. E qui lo dico e qui lo nego".
 
Sì, conosco quegli studi. Come pure ho una domanda personale da porLe: Pia de’ Tolomei, la gentildonna citata da Dante nel Purgatorio della Divina Commedia, l’ha uccisa Lei o no, perché mica è ancora chiara la sua fine?
"Chi? Quella diafana fanciulla senese che passò alla storia grazie alla frase ‘Siena mi fé, disfecemi Maremma’? Guardi, preferirei non rispondere. Quando uccido non ci metto mai motivi personali. Però sì, me la ricordo, povera figliola. Come ricordo tutte le altre mie vittime, del resto. A volte mi chiedo quanti di voi sarebbero oggi vivi, oppure banalmente nati, se io non ci fossi stata. Anzi, dovreste pure ringraziarmi. Pensi a quanti miliardi di abitanti in più ci sarebbero oggi se io non avessi falcidiato la vostra popolazione fin dalla notte dei tempi…".
 
Guardi, la popolazione mondiale sarebbe meglio controllarla in modo incruento, non uccidendo i possibili genitori, o nonni, o bisnonni degli attuali viventi
"Mi permetta di dissentire. Oggi agli attuali viventi pare proprio importi zero di quello che io ho fatto ai trisavoli dei loro simili. Anzi, molti di loro sono fra i miei migliori alleati sa?".
 
In che modo, mi scusi?
"Pensi al ddt. Maledetto lui e chi lo ha venduto. Stavo dominando letteralmente tutte le fasce centrali del globo, poi arriva lui e io vengo letteralmente spazzata via da intere aree geografiche. Per voi era praticamente atossico. Ve lo spruzzavate perfino addosso per combattere pulci e pidocchi. Ma per le mie alleate, le zanzare, era letale. Meno male che lo avete bandito o per me finiva male".
 
Lo so bene che era efficace, ma non è che lo abbiamo bandito perché siamo dei babbei. Persisteva decenni, come pure i suoi metaboliti. Migrava per tutto il globo per poi condensare ai poli e sulle cime più alte. Per non parlare del suo bioaccumulo nella catena alimentare per via della sua lipofilia…
"Si figuri se La contraddico. Va benissimo così. E del resto in un incontro di wrestling fai salire sul quadrato un bestione che pesta duro, mica una ballerina di danza classica. Solo che a me, plasmodio, lascia perplesso il vostro odio per il ddt a causa della sua persistenza quando poi idolatrate il biologico che si basa sul rame, metallo pesante, eterno nell’ambiente. Siete sicuri di essere la specie più intelligente del pianeta? Oppure ancora la crociata contro quel diserbante, il glifosate. Degrada in settimane, non bioaccumula e a meno di spruzzarselo in testa con gli aerei rasenta l’innocuità. Ogni volta che lo vedo paragonare a ddt mi sbellico dal ridere. Ma ci fate o ci siete? Glifosate a ddt non gli lega neanche le scarpe!".
 
No, guardi, facciamo dei distinguo. Chi le parla si impegna tutti i giorni a contrastare tali stupidaggini. Quindi almeno su questo punto direi che siamo d’accordo, anche se la cosa non è che mi aggradi tanto sa?
"Sopravviverò a tale presa di distanza. Ma tornando al ddt le confermo che ovunque lo abbiate usato le zanzare morivano come mosche, mi passi la battuta, e io non trovavo più vettori per trasferirmi da corpo a corpo. Quelli malati morivano e io con loro, senza potermi trasferire in altri corpi sani… Una vera tragedia. Poi, come detto, per fortuna lo bandirono e io potei tirare un sospiro di sollievo".
 
Per Lei e le Sue alleate, forse, non certo per noi. Anzi, magari ci fosse oggi un prodotto efficace quanto ddt con cui eradicare la vostra presenza da tutte le aree in cui mietete vittime.
"Punti di vista rispettabili, ovviamente. Ma si metta nei miei panni: sono un plasmodio, mica ho tanta scelta su come sopravvivere. Peraltro, anche qui in Italia me la sono vista davvero brutta. Mi godevo ogni vostra area umida, Maremma inclusa, povera Pia de’ Tolomei. E poi il Ferrarese, l’Agropontino, l’Oristanese… Una pacchia. Infine arrivò quel maledetto insetticida americano, dopo la guerra, e per noi fu finita. Nemmeno le bonifiche avevano avuto un impatto così pesante sulla nostra vita. Potessimo invadere gli Stati Uniti lo faremmo volentieri. Accidenti agli americani. Mica come quei signori dei tedeschi".
 
In che senso? Che problemi avete con gli americani e perché ammirate i tedeschi? Peraltro il ddt è figlio di scienziati che parlavano tedesco, mica inglese.
"Quisquilie. È l’uso che ha fatto il danno per noi, mica l’invenzione in sé. Chi lo scoprì manco sapeva avesse attività insetticida. Però più che i tedeschi come tali, devo ringraziare i nazisti. Persone ordinate, precise, puntuali. Loro sì che mi hanno dato una grossa mano. Pensi che prima di ritirarsi dalla Sardegna e dal Lazio allagarono ampie zone originariamente paludose. In men che non si dica io e le zanzare potemmo moltiplicarci ancora come ai bei tempi. Solo nel 1946 vennero segnalati quasi 75mila casi sull’isola, mica cotiche. Poi arrivarono quei maledetti Yankee che portarono il ddt. Ma ha idea di quanto spesero per farmi fuori? Il governo italiano si accordò con la Fondazione Rockefeller e finanziarono la mia cacciata a suon d’insetticida. Stessa musica nell’Agropontino. Un vero peccato, dopo tutto quello che i nazisti avevano fatto per farmi esplodere in mezzo alla popolazione locale e all’esercito alleato…".
 
E cosa avrebbero mai fatto i nazisti di tanto interessante per voi?
"L’ingegno teutonico applicato alle paludi. Pensi, per facilitare la mia diffusione invertirono i flussi di alcune canalizzazioni che collegavano le paludi al mare. Ciò fece sì che l’acqua divenisse salmastra e favorisse la proliferazione di una mia preziosa alleata, l’Anopheles labranchiae, capace di vivere anche in tali tipi di acque e perfettamente allineata alle mie esigenze riproduttive. Non contenti, sequestrarono tutto il chinino presente in zona e lo andarono a distruggere in Toscana. Un piano perfetto. Nel 1943 i casi di malaria furono di poco superiori a mille e 200, nel 1944 erano già saliti a 55mila. Cifre ufficiali, diciamo, ma io Le posso assicurare che, modestia a parte, di persone ne ho infettate almeno 100mila. Raramente sono stata tanto protetta quanto dai nazisti qui in Italia. Forse solo certe campagne ecologiste contro il ddt mi hanno dato un vantaggio comparabile. E mica solo a me".
 
E a chi ancora?
"Vede, non ci sono soltanto io a proliferare grazie agli insetti. Ho degli amici carissimi che si sono distinti in passato e mi stanno dando ancora grandi soddisfazioni nel presente. Pensi all’Oncocercosi in Africa, una patologia causata da particolari nematodi trasmessi anch’essi da alcuni ditteri cugini delle zanzare. Immagini milioni di persone cieche che per camminare compongono file in cui ognuno segue quello davanti fino al primo della fila, l’unico che ancora ci vede. Non uccide, quel dilettante, ma di danni ne fa tanti ugualmente. E poi il virus della Zika, ovvero la causa della microcefalia che è riesplosa in Brasile recentemente. Nella prima metà del secolo scorso infestava praticamente buona parte del Centro America e quasi tutto il Sud. Poi con gli insetticidi negli Anni '70 lo rintuzzarono nelle sole aree settentrionali del continente sudamericano. Bandito il ddt si è riespansa riconquistando praticamente tutto il Brasile e parte dell’Argentina settentrionale. Una rivincita fantastica dopo anni di umiliazioni e sofferenze".
 
Ma come, fa comunella anche con un nematode e un virus?
"Certo che sì, anche loro sono del tutto naturali come me. Che c’è di strano? Vi fa paura la natura? Proprio non riesco a capirvi: da un lato tuonate contro ogni strumento che possa soggiogarla e proteggervi, poi quando la natura si manifesta nella sua più totale pienezza la temete e la odiate. Guardate che ammalarsi e poi morire è del tutto naturale eh?".
 
Sì, lo sappiamo che è naturale, ma a differenza di un plasmodio come Lei l’uomo cerca comunque di scampare alla morte il più a lungo possibile. Ma mi dica, perché sorrideva mentre parlava di Zika?
"Pensi che in Brasile qualche anno fa, invece di concentrarsi sul vettore del virus, come avrebbero dovuto fare, alcuni medici di un’associazione locale persuasero il governo di uno degli Stati brasiliani che non era il virus a causare la microcefalia, bensì il pyryproxyfen, l’insetticida che veniva utilizzato per uccidere le zanzare che lo trasmettevano. Geniali! Ce ne fossero di più di medici così dediti all’ambiente come quelli, tanto da fare sospendere i trattamenti insetticidi. Grazie alle stupidaggini che hanno fatto circolare su quel prodotto le zanzare sono riuscite a sopravvivere e moltiplicarsi. Meglio di così…".
 
Guardi, non me ne parli. Non è che da noi in Italia il dialogo fra agronomi e medici sia sempre soddisfacente. Anzi. Quando si hanno certi "amici", chi ha bisogno di nemici…
"Oh! Finalmente lo vede che viene sulla mia strada? Ora però mi scusi, per dedicare tempo a Lei e alla Sua intervista ho perso chissà quante possibilità di contagio in giro per il mondo. E mi raccomando: continuate a bandire prodotti e a spogliarvi di ogni possibile mezzo atto a difendere voi e il vostro cibo. Conosco un sacco di amici che a voi sembrano spariti, ma che non vedono l’ora che abbassiate la guardia per spedirvi al cimitero in gran copia. Sa, le carestie, le epidemie… quelle cose lì".
 
Allora La ringrazio per la disponibilità e La saluto, anch’io ho alcune cose da fare, come scrivere articoli a commento di servizi e reportage che stanno alla verità quanto io sto all’uncinetto.
"Comprendo, ma mi perdoni se glielo dico, poi scappo, Lei è un illuso. Pensa davvero di poter convincere media, politica e opinione pubblica con qualche numero, un po’ di storia e di informazione? Mi creda, Le do un consiglio da amica: pensi alla salute. Una gran parte dei Suoi simili forse se lo meriterebbe proprio un plasmodio come me nel sangue, giusto per capire come stanno le cose a questo mondo…".
 
Gliene si deve dare atto, purtroppo. Solo quando si lotta contro la fame e contro la morte pare che la supposta intelligenza superiore funzioni a dovere, salvo spegnersi quando le pance siano ormai stabilmente piene.

In questo articolo

Suggerimenti? Pensi che le informazioni riportate in questa pagina siano da correggere? Scrivici per segnalare la modifica. Grazie!

I nostri Partner

I partner sono mostrati in funzione del numero di prodotti visualizzati su Fitogest nella settimana precedente

Fitogest® è un sito realizzato da Image Line®
® marchi registrati Image Line srl Unipersonale (1990 - 2024)

Utilizzare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell'uso leggere sempre l'etichetta e le informazioni sul prodotto. Si raccomanda di porre la dovuta attenzione alle frasi ed ai simboli di pericolo che compaiono nell'etichetta ministeriale.