2017
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I cento anni del Servizio fitosanitario

Nel 2018 la svolta, con la ridefinizione del quadro normativo. E con il nuovo regolamento Ue, tracciabilità totale per i florovivaisti. Guarda i video

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Servizio fitosanitario centrale: 1917-2017

Una giornata di festa e di riflessione quella del 12 dicembre scorso, a Milano. Il Servizio fitosanitario ha festeggiato i suoi primi 100 anni di vita, anche se, a dire il vero, il primo embrione di quello che diventerà l'attuale sistema fitosanitario risale al 1904 quando Piero Voglino istituì, a Torino, il primo Laboratorio di Fitopatologia.

Ad aprire i lavori della giornata d'approfondimento è stato l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava che, dopo aver riconosciuto l'importanza fondamentale del Servizio fitosanitario, visti gli allarmi che si susseguono su nuovi patogeni, ha annunciato che la Regione Lombardia ha destinato per l'anno che sta per iniziare 8 milioni di euro per il potenziamento del servizio: "Forse non saranno neanche sufficienti - ha detto proprio Favavisto che si profila la nuova emergenza: Popillia japonica. Per ora è limitata a Lombardia e Piemonte ma è un rischio che si sta espandendo".

Un disperato di bisogno di fondi e di uomini per il Fitosanitario che è all'alba di una rivoluzione. Nuovi regolamenti emanati dall'Unione europea (e quindi direttamente operanti sul territorio dei paesi dell'Unione) e il susseguirsi dell'ingresso di organismi nocivi da quarantena, oltre che la sensibilizzazione dell'opinione pubblica dopo il caso Xylella fastidiosa, portano alla necessità di un ripensamento e di una riorganizzazione dell'intero sistema.
L'urgenza è quella di ridefinire il quadro normativo per adattarsi, in particolare, al regolamento Ue 2016/2031 che sarà operativo da dicembre 2019. C'è molto tempo a disposizione per adeguarsi, non troppo però se si considerano le criticità segnalate durante il convegno 'Il Servizio fitosanitario verso le sfide future'.
 

A percorrere, per sommi capi, tutte le richieste che arrivano dall'Unione e a sottolineare le sfide cui il servizio è chiamato a rispondere è stato Beniamino Cavagna del Servizio fitosanitario della Regione Lombardia. Con il nuovo regolamento il Fitosanitario è chiamato a notificare non solo l'ingresso di un organismo nocivo ma anche il pericolo di imminente ingresso: "Per fare questo - ha detto Cavagna - serve un'analisi dei flussi e dei rischi".
Fra gli obblighi c'è quello di informare gli operatori professionali e i cittadini nel caso si verificasse l'ingresso di un nuovo organismo, vanno programmate indagini sul territorio, stilati piani di emergenza e piani di azione: "Ciò significa che quando si verifica l'emergenza dobbiamo già sapere cosa fare, chi contattare, che risorse utilizzare".

Sul piano delle risorse la buona notizia è che l'Unione europea ha destinato 2 miliardi di euro alla gestione del rischio fitosanitario ma "questi fondi vanno saputi sfruttare", ha detto ancora Cavagna.
Fra le novità che interessano gli operatori, in particolare i florovivaisti, ci sono molte nuove responsabilità: ci sarà l'obbligo di tracciabilità totale dei materiali e quello di intervenire in caso ci sia il sospetto o la certezza della presenza di un organismo nocivo nel vivaio. "I florovivaisti dovranno sapere con precisione a chi hanno mandato le piante e chi le ha riceve. Va data immediata notifica del sospetto di ingresso di organismo nocivo e, se c'è conferma, allora - ha detto ancora Cavagna senza nascondere il boccone amaro agli stakeholder - le cose saranno subito critiche. L'operatore è il primo a tutelare il sistema fitosanitario. Vanno subito prese misure per eliminare l'organismo"

Il quadro è dunque già tracciato, il tempo che intercorre fra oggi e dicembre 2019 servirà al legislatore per definire le procedure, le responsabilità, le nuove figure professionali. 

"Siamo davanti a un necessario cambio di passo" ha detto Bruno Faraglia, responsabile del Servizio fitosanitario Nazionale. "Questa è anche un'opportunità che la contingenza della regolamentazione europea ci offre. Dovremo riorganizzare tutto il sistema di protezione delle piante".  Faraglia non ha avuto difficoltà ad ammettere che si renderà necessario aumentare il personale soprattutto nei punti di entrata del materiale vegetale (52 al momento fra porti e aeroporti) e che servirà maggiore coordinamento fra i servizi regionali e il centrale oltre che fra il Fitosanitario e gli operatori privati. "Oggi abbiamo una scarsa capacità di intervento. Uno degli strumenti del nuovo regolamento è il Piano nazionale di emergenza, lo strumento va predisposto entro il 2019. Ma devo dire che ci stiamo già lavorando. Credo che per primavera 2018 lo avremo. E' uno strumento fondamentale per il rapido intervento".
 

E anche l'Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, è già al lavoro. In collegamento via internet ha parlato durante l'evento milanese Giuseppe Stancanelli. L'Autorità è impegnata in questo periodo nello stilare un ranking degli organismi nocivi più pericolosi. Al momento sono inseriti: 14 insetti, 7 batteri, 6 nematodi, 5 funghi e un virus. La lista definitiva dovrebbe essere pronta per metà 2019 ma i primi risultati potrebbero arrivare anche prima. L'Efsa sta anche lavorando sulla categorizzazione di 130 pest, per alcuni di questi organismi sarà stilato quello che si chiama 'Full pest assessment' ovvero una valutazione di rischio approfondita sull'organismo nocivo in questione.

Consulta le presentazioni fatte dai relatori della giornata

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