2018
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Vite, in Campania lezioni di contrasto al Mal dell'esca

In un incontro a Forio d'Ischia (Na) è emersa l'estrema vulnerabilità dei vigneti dell'isola verde. Il comune corre ai ripari

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Un momento dell'incontro del 18 gennaio 2018 a Ischia

Fonte immagine: © Regione Campania

“Mal dell’esca e flavescenza dorata - Strategie di lotta ecocompatibili” è stato il tema del convegno tenutosi il 18 gennaio 2018 a Forio d’Ischia (Na) nella sala auditorium del Molo Borbonico e promosso dal Servizio territoriale provinciale di Napoli dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Campania.
 
L’incontro ha visto un parterre di alto livello scientifico, occasione unica per l’isola d’Ischia per un confronto fra l’eccellenza nella sperimentazione. Ha segnato una presenza il fitopatologo Astolfo Zoina, già docente al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, mentre per il Crea - Centro di ricerca in Patologia vegetale ha partecipato la ricercatrice Anna Taglienti. Presenti inoltre il Servizio fitosanitario della Campania con Raffaele Griffo e Giorgio D’Agostino per il Servizio territoriale provinciale dell'assessorato regionale all'Agricoltura.
Animatore dell’evento è stato il centro di ricerca di Isagro, impegnata a sperimentare molecole a basso impatto ambientale.
 
L’incontro è iniziato con una ricostruzione della storia viticola di Ischia. L’isola sin dall’VII secolo a. C. presenta evidenze accertate riguardo la vocazionalità viticola, in particolare con il vaso chiamato la “coppa di Nestore” ritrovato a Lacco Ameno negli anni ’50 del secolo scorso. Ischia da sempre si è caratterizzata come terra di flussi turistici e migratori, che hanno influito sulla presenza di un’ampia gamma di ecotipi viticoli, con la prevalenza dei cloni di Biancolella e Forastera.
 
Da queste cultivar il Crea ha accertato la compresenza di un complesso di virus, quali: malformazioni fogliari e dei tralci con irregolare sviluppo del grappolo (GFLV e ArMV), accartocciamento fogliare (GLRaV-1, GLRaV-3), disaffinità di innesto (GLRaV-2), scanalatura del legno di Kober (GVA) e schiarimenti nelle nervature delle foglie giovani (GFkV).
 
Inoltre, dai lavori  è emerso che negli ultimi decenni l'Istituto per la Protezione sostenibile delle piante del Cnr, insieme al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Federico II di Napoli ha accertato la presenza di un complesso di malattie fungine, che si presentano singolarmente o insieme, anche in punti diversi della stessa pianta quali delle tracheomicosi, il marciume del legno ed il complesso esca, che insieme si identificano come mal dell’esca. Tutte queste avversità fitopatologiche portano a sospettare che il materiale di propagazione infetto o le ferite di taglio possono essere stati gli eventi responsabili del contagio.
 
Di certo l’isola si predispone, con la sua millenaria tradizione viticola, ad un concentrarsi di agenti infettivi intracellulari, acquisiti dalla pianta e perpetuati clonalmente. Infine, gli esperti hanno ricordato che un altro colpo è stato assestato al già compromesso quadro sanitario della vite ischitana: meno di otto anni fa sull’isola è stata accertata la presenza della pericolosissima Flavescenza dorata, fitoplasma che nel Nord Italia sta attaccando molti vigneti.
 
Il centro ricerche Isagro si è proposto come unica azienda in Italia ad avere un agrofarmaco biologico registrato contro il Mal dell’esca della vite a base del fungo Trichoderma. E il comune di Forio ha acquistato il prodotto per le aziende viticole del proprio comprensorio. Le conclusioni del convegno sono state affidate a Isagro, che ha annunciato la presenza di tre campi-prova sull’isola al fine di validare l’efficacia del prodotto.

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