2019
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Mal dell'esca, meglio prevenire

E' possibile con una conoscenza approfondita delle tecniche di potatura. Se n'è parlato a Novi Ligure all'incontro organizzato dal Consorzio tutela del Gavi con viticoltori, tecnici, studenti e vivaisti provenienti da tutta Italia

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Un momento dell'incontro

Più di duecento viticoltori, tecnici, studenti e vivaisti sono arrivati ieri mattina a Villa Pomela, Novi Ligure, per partecipare all'incontro "Non abbocchiamo all'esca" con i maggiori esperti internazionali delle malattie del legno, invitati dal Consorzio tutela del Gavi.

Non è possibile affrontare queste patologie con un'unica tecnica di cura, è stato ribadito nel corso dell'evento, ma è necessario approcciare piuttosto il problema "a sistema" considerando tutti gli aspetti agronomici: scelte di impianto, terreni vocati, barbatelle e porta innesti selezionati, gestione del vigore del vigneto. Senza trascurare evidentemente l'impatto di un clima sempre più imprevedibile nelle ultime stagioni. Si tratta di problemi condivisi da tanti produttori che in Italia, tra Mal dell'esca e Flavescenza dorata rischiano il 10% del proprio vigneto all'anno.

Ma c'è una buona notizia: il Mal dell'esca (da definire meglio al plurale perché si tratta di una serie di patogeni che colpiscono vigne sempre più giovani) si può prevenire con scelte e tecniche vivaistiche oculate e soprattutto recuperando la professionalità, il saper fare in vigna, in particolare nelle delicate operazioni di potatura, perché la malattia si manifesta molto più spesso quando ci sono tagli errati.

E' necessario quindi tutelare il "Vigneto Italia" attraverso una conoscenza approfondita delle tecniche di potatura, perché non si hanno ancora abbastanza dati concordi sull'efficacia dei vari prodotti curativi e preventivi. Anche la recente introduzione della tecnica di dendrochirurgia, ovvero l'asportazione dalla pianta del legno malato, pur restituendo segnali incoraggianti non fornisce dati di lungo periodo.

E' stata inoltre confermatata la maggiore sensibilità di alcuni vitigni alle Malattie del legno rispetto ad altri, in particolare Croatina e Bonarda, mentre al contrario il Nebbiolo risulta meno suscettibile alla patologia.

"Gavi e la sua denominazione diventano un luogo di confronto per tutti i tecnici e i produttori, un centro di cultura e di dibattito sulla vite e la viticoltura, come il Consorzio tutela si è prefissato. Bene quindi che fossero presenti in aula tanti giovani e studenti delle scuole del territorio pronti ad ascoltare gli aggiornamenti su queste patologie" ha commentato con soddisfazione Roberto Ghio, presidente del Consorzio tutela del Gavi.
 

Moderati da Costanza Fregoni, delle Donne della Vite e responsabile di Horta srl sono intervenuti da Firenze, la professoressa Laura Mugnai del Dagri, dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali dell'Università degli Studi di Firenze, dalla Svizzera Olivier Viret, responsabile del Centre de compétence cultures spéciales (Deis) (Dgav), dalla Francia Marc Birebent, presidente di Worldwide Vineyards, gli italiani Simonit&Sirch preparatori d'uva e Eugenio Sartori di Vivai cooperativi Rauscedo.

Hanno portato le loro esperienze anche Davide Ferrarese (VignaVeritas) consulente viticolo del Consorzio tutela del Gavi e Matteo Ascheri, in qualità di produttore e di presidente del Consorzio tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.

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