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Ciliegio, trattamenti fogliari per prevenire lo spacco

Le ciliegie sono soggette ad una fisiopatia chiamata cracking, lo 'spacco' dei frutti. Una condizione che si verifica con piogge abbondanti e che può essere contrastata attraverso trattamenti fogliari minerali

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I trattamenti a base minerale riducono l'incidenza del cracking (Foto di archivio)

Fonte immagine: © emirkoo - Fotolia

Le varietà precoci di ciliegie sono già sui banchi dei supermercati, ma il grosso deve ancora essere raccolto e gli agricoltori guardano con timore al cielo, per paura dello 'spacco'. Il cracking è una fisiopatia tipica del ciliegio (ma non solo) che provoca delle spaccature sui frutti e si verifica in occasioni di piogge abbondanti concentrate nell'ultima fase di maturazione dei frutti.

Il cracking comporta la rottura meccanica dell'epidermide della ciliegia che quindi non può più essere commercializzata. Lo spacco si verifica quando l'acqua assorbita per osmosi dall'epidermide delle ciliegie fa aumentare il volume interno della polpa. La buccia, se non abbastanza resistente ed elastica, sotto la pressione dell'acqua si spacca. E addio raccolto.

A favorire il fenomeno del cracking concorrono vari fattori:
  • La suscettibilità varietale. A onor del vero ad oggi quasi tutte le cultivar sono suscettibili al cracking. A parte Regina, Samba Sumste, Frisco e Black Star, che sono considerate mediamente tolleranti, le altre sono tutte soggette al cracking. In questo articolo presentiamo un elenco con le cultivar oggi disponibili sul mercato e il diverso grado di tolleranza allo spacco.
  • Frutti di buona pezzatura, con polpa soda e ricca di zuccheri.
  • Precipitazioni abbondanti e umidità relativa elevata nella fase finale di maturazione dei frutti.
  • Sbalzi di temperatura che possono causare shock termici.
  • Alte temperature e disponibilità idrica elevata, che aumentano l'assorbimento di acqua dal suolo per via radicale.
  • La potatura corta, che avendo come obiettivo quello di accrescere la pezzatura dei frutti ha anche come rischio quello di favorire lo spacco (gli studi non hanno però dato certezze a riguardo).


I rimedi al cracking: le coperture antipioggia

Ad oggi lo strumento più efficace per ridurre l'incidenza del cracking è la copertura del filare con film plastico. Una soluzione efficace ma costosa, che inoltre ha un impatto negativo sulla qualità dei frutti. Sotto il tendone infatti si ha un aumento dell'umidità e della temperatura, con la creazione di un clima favorevole allo sviluppo di microrganismi patogeni. Inoltre si possono verificare scottature delle foglie e i frutti, irraggiati in maniera minore, possono presentare una colorazione spenta.

A questo proposito diamo notizia che è arrivato in Italia Wayki, un innovativo sistema 'apri e chiudi' di cui avevamo parlato in questo articolo nell'ottobre 2018. Il Gruppo Valente ha ottenuto il diritto di commercializzazione in esclusiva e dunque sarà presto disponibile anche per i cerasicoltori italiani.


I rimedi al cracking: l'uso di trattamenti fogliari minerali

L'acqua gioca un ruolo fondamentale nel fenomeno del cracking. Per inibire l'assorbimento attraverso la cuticola del frutto, negli anni sono state fatte diverse prove utilizzando trattamenti fogliari con sali di calcio, di rame, saccarosio e silicati.

L'obiettivo è quello di inibire l'assorbimento dell'acqua tramite la cuticola del frutto o in alternativa rendere maggiormente elastici i tessuti del frutto, in modo che riescano a sopportare l'aumento di pressione provocato dall'accrescimento in volume della polpa senza rompersi.

Il cloruro di calcio è la molecola che 'storicamente' ha offerto un certo grado di protezione dei frutti, riducendo l'incidenza del cracking. Di norma i trattamenti vengono effettuati a partire dall'invaiatura dei frutti e rinnovati ad ogni pioggia, visto che bastano pochi millimetri perché il prodotto sia dilavato.

Proprio la bassa persistenza ha spinto un team di ricercatori dell'Università di Bologna, coordinato dal professor Giovambattista Sorrenti, a testare nuove molecole.

"La molecola che ha mostrato una capacità di prevenzione simile e talvolta superiore a quella indotta dal sale di calcio è il silicato di sodio, in grado di aumentare l'elasticità della parete cellulare e rinforzare al tempo stesso la struttura dei frutti. Inoltre i depositi idrofobici di silice diminuiscono la quantità di acqua assorbita dalle ciliegie", spiega ad AgroNotizie Sorrenti. "L'aspetto positivo è che il silicato di sodio è maggiormente persistente al dilavamento e dunque richiede all'agricoltore un minor numero di irrorazioni".

Le prove effettuate tra l'Italia e gli Usa hanno preso in considerazione le cultivar suscettibili al cracking Van, Emperor Francis e New Star. Su queste ultime le irrorazioni della chioma a base di cloruro di calcio e silicato di sodio a partire dall'invaiatura sono state in grado di contenere significativamente il fenomeno rispetto al testimone non trattato. In particolare, su New Star l'efficacia del silicato di sodio è risultata superiore anche al cloruro di calcio.

"Non possiamo affermare che il silicato di sodio sia efficace su tutte le cultivar suscettibili al cracking. Tuttavia, basandoci sullo stesso meccanismo, mi aspetterei di registrare effetti simili anche su altri genotipi", si sbilancia Sorrenti. Resta inteso che, sebbene i trattamenti fogliari possono in parte attenuare il fenomeno a costi relativamente contenuti in annate regolari, difficilmente possono risultare risolutivi nelle stagioni primaverili particolarmente piovose, come è stata quella del 2019.

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