2020
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Sardegna, ritorna l'emergenza cavallette

La segnalazione riguarda la zona della valle del fiume Tirso nel nuorese. Resta il problema dei terreni incolti o lasciati a pascolo che favoriscono l'ovodeposizione e la riproduzione del fitofago

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L'unica arma è la prevenzione: con arature e lavorazioni del terreno nelle zone dove si è già in anni precedenti verificata la riproduzione (Foto dell'infestazione dell'anno passato)

Fonte immagine: © Coldiretti Sardegna

In Sardegna, nella valle del fiume Tirso, sono ricomparse le cavallette. A lanciare l’allarme, cosi come un anno fa, è Coldiretti Nuoro Ogliastra. La notizia dell’invasione di milioni di cavallette lo scorso anno fece il giro del mondo: circa 2.500 ettari, tra Ottana, Bolotana, Orotelli e Orani furono a fine maggio e inizi di giugno invasi dalle cavallette. Problema che andò via via scemando, ma che creò non pochi problemi alle circa 20 aziende agricole interessate, dove persero parte, soprattutto, del pascolo e foraggio. 

E si replica quest'anno: da qualche giorno le aziende agricole ubicate sempre negli stessi territori, con in più una ventina di ettari anche ad Escalaplano, denunciano la ricomparsa di questo pericoloso fitofago. La paura è che il problema riesploda e che addirittura quest’anno il numero sia maggiore creando ulteriori danni e perdite in una annata pessima segnata dall’emergenza epocale del Covid-19.

“Purtroppo il problema si è materializzando anche quest’anno – afferma il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis –. Un anno orribile con le aziende già seriamente provate dall’emergenza del coronavirus oltre che da tutte le altre problematiche che conosciamo, non ultima quella dei cambiamenti climatici. Da oltre 20 giorni stiamo monitorando la situazione insieme alle aziende agricole interessate e allo stesso tempo ci stiamo già attivando presso le istituzioni per chiedere interventi immediati per contenerne la diffusione”.

Come ci dissero lo scorso anno gli esperti del settore arrivati in questa fase è anche difficile intervenire per bloccarle - spiega Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra -. L’unica speranza la riponiamo nei predatori naturali, in particolare nell’avifauna che potrebbe rappresentare l’unico mezzo di contrasto a questi fitofagi”.

Secondo l’analisi di Coldiretti, “da una parte le terre incolte sono frutto della crisi delle campagne. Le remunerazioni dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione costringono le aziende a dei tagli importanti nella voce spese, in questo caso la coltivazione delle terre, spesso lasciate a pascolo brado, ed altre volte anche all’abbandono dell’agricoltura. Questi diventano luogo ideale per i grillai delle cavallette”.

L’altro fattore sono i cambiamenti climatici"le lunghe siccità e i prolungati e intensi periodi di piovosità che stiamo vivendo da diversi anni e per i quali Coldiretti ha chiesto un forum permanente per programmare un’agricoltura adatta al nuovo clima. Negli ultimi anni stiamo assistendo a degli eventi estremi: lunghi periodi di siccità si alternano ad altri di molto piovosi".
 

Parla l'entomologo

AgroNotizie ha sentito all'Università deli Studi "Aldo Moro" di Bari il professor Francesco Porcelli, entomologo, che ha ripetuto le stesse considerazioni e raccomandazioni dello scorso anno: inutile irrorare con insetticidi ad infestazione avvenuta, la proliferazione è favorita dai terreni incolti e la necessità di arare il terreno prima che possa verificarsi l’ovodeposizione.

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