2020
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Drosophila suzukii: cosa conosciamo del suo nemico naturale

La Fondazione Edmund Mach inizia il lavoro di ricerca su Ganaspis brasiliensis. Fondamentale sarà valutare il rischio dell'introduzione di questo imenottero sul territorio italiano

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G. brasiliensis è un imenottero dalle dimensioni di pochi millimetri

Fonte immagine: Fondazione Edmund Mach

Lo scopo è ottenere in futuro il via libera dai ministeri competenti per la lotta biologica contro Drosophila suzukii, fitofago alieno arrivato in Italia nel 2009 che i coltivatori di piccoli frutti e di ciliegie conoscono bene: la Fondazione Edmund Mach è pronta a importare un antagonista alieno, Ganaspis brasiliensis, un imenottero.

L'ok all'importazione e all'allevamento in camera di quarantena è arrivato qualche giorno fa dal Mipaaf e, a San Michele all'Adige (Tn), sono pronti per iniziare il lavoro di ricerca e predisporre il dossier per la valutazione di rischio, per valutare cioè l'impatto che la diffusione di G. brasiliensis avrebbe sul territorio italiano.

Cosa si sa ad oggi di questo imenottero originario dell'Estremo Oriente (le stesse zone di provenienza di Drosophila suzukii)? AgroNotizie si è messa in contatto con Claudio Ioriatti, dirigente del Centro trasferimento tecnologico Fem, per conoscere meglio l'insetto che dovrebbe dare una mano importante alla lotta contro D. suzukii.
"Un nucleo di Ganaspis brasiliensis arriverà dai colleghi americani dell'Università della California, con il primo lotto potremo iniziare a costruire la nostra colonia in laboratorio", ha detto proprio Ioriatti.

G. brasiliensis è appunto un imenottero dalle dimensioni di pochi millimetri, un parassitoide che vive e si sviluppa all'interno delle larve di D. suzukii, parassitizza le larve precocemente e lì completa il suo sviluppo. G. brasiliensis non è ovviamente l'unico antagonista ma sembra essere il più efficiente e proprio per questo è stata richiesta l'autorizzazione alla sua importazione. "Gli studi già effettuati negli Stati Uniti e in Svizzera indicano che Ganaspis brasiliensis sia il più specifico per D. suzukii, da osservazioni di campo sappiamo poi che dalle larve di D. suzukii sfarfallano fino al 75% di Ganaspis". In parole povere può arrivare ad avere la meglio nel 75% dei casi. "C'è da aggiungere che sono osservazioni di campo, non sappiamo cioè se l'altro 25% sia da considerare comunque un successo, potrebbero non nascere Ganaspis ma comunque la parassitizzazione potrebbe portare alla morte di Drosophila".

I ricercatori della Fondazione Edmund Mach dovranno quindi andare avanti negli studi impostati dai colleghi americani e da quelli svizzeri, verificando anche la compatibilità con l'ambiente italiano, in caso di lanci mirati a lotta biologica, un po' quello che dovrebbe avvenire nel mese di giugno con i lanci di vespa samurai contro la cimice asiatica.

Un'altra carta vincente per Ganaspis brasiliensis è la buona percentuale di femmine nelle covate. 

Non si sa al momento se Ganaspis brasiliensis, come la vespa samurai, sia già arrivato sul territorio italiano, in autonomia, seguendo D. suzukii. "Certo, sapere che è già presente aiuterebbe nelle autorizzazioni per i successivi lanci" ha continuato Ioriatti al microfono di AgroNotizie. "La ricerca comprende in effetti anche una parte di verifica in campo, proprio per capire se sia già arrivato".
E per quanto riguarda i parassitoidi nostrani? "Ne abbiamo in particolare due, sono due pupali, cioè attaccano le pupe di D. suzukii, il problema è che sono molto generici. Abbiamo anche un altro parassitoide larvale che però non riesce a completare lo sviluppo, una reazione immunologica di Drosophila suzukii impedisce a questo antagonista di avere la meglio".

I tempi che la Fondazione Edmund Mach si è data per completare la valutazione di rischio sono molto stretti, il problema Drosophila suzukii, soprattutto in Trentino, ma anche nel veronese, è molto sentito. "Ci siamo dati un obiettivo ambizioso, vorremmo completare il tutto entro primavera 2021". Ovviamente, completato il dossier, se tutto andrà bene, questo dovrà essere presentato e valutato dal ministero dell'Ambiente e sarà necessario ripercorrere la lunga trafila burocratica già messa in atto per ottenere il sì ai lanci della vespa samurai.

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