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Avviso ai naviganti del 4 novembre 2021. Salvataggio in extremis per i prodotti fitosanitari per uso non professionale

Una circolare consente la commercializzazione di questi prodotti sino alla fine del 2022

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I prodotti per uso non professionale sono in regime transitorio dal 2018

Fonte immagine: © Chiccododifc - Fotolia

Alla fine, anzi, per dirla con il premier britannico, a un minuto dalla mezzanotte, è stata pubblicata una circolare che consente la continuazione della commercializzazione dei prodotti fitosanitari per uso non professionale (gli oramai noti PFnPO e PFnPE) sino alla fine del prossimo anno.
Questi prodotti sono infatti in regime transitorio dall’aprile del 2018, quando è stato pubblicato il decreto interministeriale 22 gennaio 2018, n. 33 “Regolamento sulle misure e sui requisiti dei prodotti fitosanitari per un uso sicuro da parte degli utilizzatori non professionali”, misura cardine dell’attuazione italiana della direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile. Non si può dire che non ci abbiano pensato su: il decreto che recepisce la direttiva sull’uso sostenibile risale al 2012! Diciamo che c’erano problemi più importanti da risolvere, a cominciare dal Pan…


Ma in pratica cosa succede?

Una proroga di dodici mesi sembra tanto, ma considerate le cose da fare è pochissimo: come previsto nel provvedimento del 2018, le imprese titolari di registrazioni di prodotti per uso non professionale (PFnPO – Prodotti per la difesa fitosanitaria di piante ornamentali in appartamento, balcone e giardino domestico e per il diserbo di specifiche aree all'interno del giardino domestico compresi viali, camminamenti e aree pavimentate e PFnPE - Prodotti per la difesa fitosanitaria di piante edibili, destinate al consumo alimentare come pianta intera o in parti di essa compresi i frutti, e per il diserbo di specifiche aree all'interno della superficie coltivata che possono riportare in etichetta anche gli usi dei precedenti) dovranno produrre un dossier in linea con l’allegato tecnico contenente i requisiti di autorizzazione di questo tipo di prodotti, che per il pubblico cui sono destinati non dovranno contenere sostanze con particolari classificazioni (nel vecchio allegato tecnico – bocciato perché troppo restrittivo – erano vietati i Cmr – e ci mancherebbe - ma anche sostanze tossiche per le api a prescindere dalla loro quantità e dall’effettiva tossicità del formulato), dovranno essere sicuri senza l’utilizzo di particolari mezzi di protezione (si parte dal presupposto che l’utilizzatore non professionale non legge l’etichetta o quasi), dovranno essere venduti solo in particolari formulazioni e taglie, prediligendo le confezioni monodose.

Anche i modelli previsionali utilizzati per la valutazione del rischio per l’uomo e l’ambiente dovranno essere adattati a situazioni in cui in pochi metri quadrati vengono coltivate specie diverse: applicando quelli utilizzati per i prodotti per uso professionale difficilmente si ottengono usi sicuri senza applicare misure di mitigazione per prodotti diversi dall’acqua fresca.

Questo dossier dovrà essere anche valutato (la procedura comunitaria prevede tempi di valutazione non superiori a dodici mesi, termine quasi mai rispettato) e soprattutto decretato. I tempi di decretazione non sono trascurabili quando si parla di centinaia di prodotti: attualmente i PFnPO autorizzati sono 94 e i PFnPE 361. Ad esempio, nel 2020 sono stati emessi 214 decreti di autorizzazione, nel 2021 a oggi (ultimo aggiornamento della banca dati) sono 122, quindi non sarà una passeggiata.
Quindi il primo gennaio 2023 tutti i prodotti per uso non professionale dovranno essere stati approvati secondo i criteri che verranno resi disponibili a breve.


Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

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