2022
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Pero, verso l'abbandono della coltura?

I giovedì dell'Aipp: la coltura continua ad essere flagellata dalla cimice asiatica e dalla maculatura bruna. Queste avversità stanno sempre più colpendo i produttori agricoli che in alcuni casi hanno deciso di abbandonare la coltura

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Pero, presentato il Bilancio Fitosanitario 2020-2021 (Foto di archivio)

Fonte immagine: © Africa Studio - Adobe Stock

Ancora due anni orribili per la coltura del pero che continua ad essere flagellata dalla cimice asiatica, dalla maculatura bruna e a cui nel 2021 si sono aggiunti devastanti danni provocati dalla brinata di inizio aprile. Purtroppo, tutte queste avversità stanno sempre più colpendo i produttori agricoli che in alcuni casi hanno deciso di abbandonare la coltura.

Questo quanto emerso nel corso del convegno sul Bilancio Fitosanitario 2020 e 2021 del pero, che si è tenuto giovedì 20 gennaio 2022, via webinar. Nel corso dell'incontro, organizzato da Aipp, Giornate Fitopatologiche e Regioni, sono stati presentati i bilanci fitosanitari da parte delle Regioni Piemonte (relatori Luca Nari e Lorenzo Berra), Veneto (relatori Stefania Isabella Lanza e Lorenzo Tosi), Lombardia (relatore Paolo Culatti) e Emilia Romagna (relatori Riccardo Bugiani, Massimo Bariselli e Michele Preti). 
Mauro Boselli e Riccardo Bugiani, con la collaborazione di tutti gli altri relatori, hanno presentato una sintesi complessiva della situazione sulla carpocapsa e sulla maculatura bruna, mentre Lara Maistrello, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, e Marina Collina, dell'Università di Bologna, hanno tirato le conclusioni.

Drammatici gli effetti delle gelate del 7 e 8 aprile 2021 che hanno colpito l'intero bacino padano e che in alcune aree hanno raggiunto anche il 90% della produzione.

Per quel che riguarda la cimice asiatica l'andamento del 2020 era stato incoraggiante con un ridimensionamento dei danni, probabilmente favorito dal particolare andamento stagionale della primavera, accompagnato da un progressivo aumento dell'apporto dei parassitoidi (l'indigeno Anastatus bifasciatus e due parassitoidi asiatici, Trissolcus mitsukurii e Trissolcus japonicus), che progressivamente hanno iniziato a diffondersi sul territorio della Pianura Padana.
Questa tendenza, che era stata registrata nel 2020 un po' su tutte le colture è continuata nel 2021 in alcune regioni per quel che riguarda l'actinidia, le drupacee, e, in misura minore, il melo, si è purtroppo nuovamente fermata sulla coltura del pero. In questi anni molto è stato fatto per quel che riguarda l'attuazione di programmi di ricerca che hanno riguardato l'organizzazione di diffuse reti di monitoraggio, lo sviluppo della lotta biologica attuata dal 2020 con Trissolcus japonicus, nell'ambito di un progetto nazionale, la valutazione dell'andamento complessivo dell'entomofauna utile e la valutazione degli effetti derivanti dalla promozione dell'uso delle reti. I danni del 2021 sono stati ancora molto importanti e la sfida si deve considerare ancora aperta.

Altra avversità devastante, in continuità con i problemi del biennio precedente, è stata la maculatura bruna che ha colpito principalmente l'Abate, ma non solo, e che ha interessato l'intero Nord Italia, con un'incidenza leggermente inferiore nel Piemonte. Anche la maculatura è stata oggetto di numerosi studi e approfondimenti che stanno iniziando a fornire risultati di un certo interesse e che tra l'altro hanno evidenziato gli effetti non positivi delle coperture con le reti antigrandine, utilizzate anche per la prevenzione dei danni provocati dalle cimici, e dai positivi riscontri che sono invece derivati dagli interventi per il controllo del cotico erboso. A questo proposito si è evidenziato che gli interventi sull'inoculo hanno consentito di mitigare in modo importante, ma comunque sempre parziale, il potenziale rischio infettivo. Le tecniche utilizzate sono state varie, come la rottura del cotico, il pirodiserbo e l'esecuzione di trattamenti specifici con Trichoderma. È stato peraltro accertato che per avere riscontri positivi occorre utilizzare in maniera ottimale queste tecniche ed in particolare è determinante posizionarle correttamente e nel caso ripeterle più volte durante la stagione. Da un punto di vista epidemiologico si è osservato che nel 2020 e nel 2021 l'andamento delle infezioni sembra essersi un po' ridotto rispetto al devastante 2019, ma la pressione continua ad essere molto alta con gravissimi danni alla produzione.

Ma purtroppo le problematiche non finiscono qui. Tra le malattie da evidenziare come gravi problematiche siano state apportate dal fenomeno della moria, probabilmente legata a una non ottimale gestione agronomica degli impianti, dalla ticchiolatura, specialmente in Piemonte, dall'Erwinia amylovora, specie nel 2020, e dalla valsa contro la quale nel 2022 non si potrà più impiegare il fungicida sino ad ora maggiormente impiegato, il tiofanate metil

Tra i fitofagi oltre alla cimice asiatica si devono segnalare preoccupazioni per la recrudescenza della psilla che ha creato danni importanti in prossimità della raccolta e che potrebbe essere stata favorita dalla difesa dalla cimice con prodotti non selettivi nei confronti dell'antocoride.

Da osservare con attenzione l'evoluzione della carpocapsa, completamente sotto controllo negli ultimi anni, ma nei confronti della quale si sta riducendo l'impiego della confusione sessuale.

Nei prossimi giorni le relazioni presentate nel corso del convegno sui fitofagi del melo saranno disponibili sui siti dell'Aipp e delle Giornate Fitopatologiche, come pure la registrazione dell'incontro, mentre una sintesi delle relazioni verrà presentata alle prossime Giornate Fitopatologiche.

Giovedì prossimo, 27 gennaio 2022, si terrà l'ultimo incontro sui bilanci fitosanitari che avrà per tema la coltura dell'olivo.
Per partecipare occorre iscriversi al seguente link

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