2022
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Toscana, modificato il Piano di Eradicazione del Colpo di Fuoco

È stata prescritta la realizzazione di trattamenti obbligatori su meli e peri e la limitazione dello spostamento degli alveari nelle zone interessate dalla malattia

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Un ramo di melo con sintomi di colpo di fuoco batterico

Fonte immagine: Sebastian Stabinger - Wikipedia

Sono state messe in campo nuove misure per cercare di eradicare il focolaio di colpo di fuoco batterico scoperto l'anno scorso in Valdichiana, in provincia di Arezzo.

 

La scoperta del focolaio è stata fatta durante un campionamento eseguito a fine 2020, in frutteto di peri, e confermata a fine gennaio 2021 dopo che le analisi di laboratorio hanno accertato la presenza del batterio Erwinia amylovora.

 

Una scoperta che ha fatto scattare le procedure di eradicazione previste per questo patogeno, classificato come organismo da quarantena e che non era mai stato trovato in Toscana, Regione che anche oggi resta un territorio indenne dalla malattia, ad eccezione delle zone colpite della Valdichiana.

 

Sono state così eradicate e distrutte tutte le piante infette e individuate zone di sicurezza di 500 metri intorno a ogni pianta infetta e delle zone cuscinetto di 2500 metri di raggio, dove sono previsti due controlli fitosanitari all'anno per i prossimi 3 anni.

 

Ora però, con un nuovo decreto del Servizio Fitosanitario Regionale, il Piano di Eradicazione è stato modificato aggiungendo nuove prescrizioni che riguardano sia i coltivatori che gli apicoltori.

 

Tutti i coltivatori di peri e di meli in tutta l'area delimitata, cioè sia nelle zone di sicurezza che nelle zone cuscinetto, sono tenuti a fare trattamenti obbligatori che prevedono:

  • almeno 1 intervento con sali di rame, prima della ripresa vegetativa, sui cancri attivi;
  • almeno 2 interventi con acibenzolar-s-methyl o laminarina, a partire da quando è presente tessuto verde in assorbimento attivo;
  • almeno 2 interventi con Bacillus subtilis o Aureobasidium pullulans o Bacillus amyloliquefaciens, a partire dalla fioritura;
  • 1 intervento con sali di rame, dopo eventuali grandinate.

Ovviamente tutti i trattamenti devono essere fatti tenendo conto dei limiti massimi di rame ad ettaro e del numero massimo di interventi previsti in etichetta per gli altri principi attivi.

 

Tutti i prodotti, come specifica il servizio fitosanitario, sono ammessi in agricoltura biologica, ad eccezione di acibenzolar-s-methyl che comunque è sostituibile con la laminaria.

 

Per gli apicoltori invece è prevista una limitazione temporale dello spostamento degli alveari dalle zone delimitate.

 

Le api infatti, con l'attività di bottinamento, possono diventare dei vettori del batterio, trasportandolo da piante infette a piante sane tramite il polline.

 

Così fino al 30 aprile non potrà essere fatto nessun spostamento di alveari dalle zone delimitate ad altre zone.

 

Mentre dall'1 maggio al 30 giugno gli spostamenti possono esser fatti solo se gli alveari vengono chiusi 48 ore prima dello spostamento o 24 ore prima se è stato fatto un trattamento con farmaci anti varroa a base di acido ossalico prima della chiusura.

 

Per tutti i dettagli è possibile consultare la pagina ufficiale del sito del Servizio Fitosanitario Regionale e scaricare il Piano di Eradicazione aggiornato.

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