2002
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ALTOLA’ DI BRUXELLES ALL’ITALIA SULLA LEGISLAZIONE CHE REGOLA I FITOFARMACI

Il monito dell’Unione europea è arrivato da Mart Spitters, Responsabile delle questioni giuridiche della direzione sanità e protezione comumatori della Commissione Ue, durante un convegno che si è svolto a Baselga di Pinè in occasione delle “Giornate fitopatologiche”
 

All’incontro è intervenuto anche l’onorevole Francesco Fiori, vice presidente del Parlamento europeo, secondo il quale, in materia, l’Italia rischia un duro scontro con Bruxelles. Al centro del dibattito il Dpr 290 del 2001 che dovrebbe regolamentare una normativa purtroppo non “armonizzata” tra gli Stati dell’Unione

La legislazione italiana sui prodotti fitosanitari deve coincidere con quella dell'Unione Europea, altrimenti la Commissione Ue aprirà una procedura di infrazione contro il nostro Paese.
A lanciare l'allarme sono stati l'on. Francesco Fiori, vice presidente del Parlamento europeo, e Mart Spitters, responsabile delle questioni giuridiche della Direzione sanità e protezione consumatori della Commissione Ue, in occasione dell'incontro-dibattito sul tema 'Legislazione dei prodotti fitosanitari: attuali problematiche in Italia” che si è tenuto alla Sala congressi di Baselga di Pinè (Tn) nell'ambito delle 'Giornate fitopatologiche'.
Per Francesco Fiori 'è molto alto' il rischio di uno scontro con Bruxelles sulla legislazione in materia di prodotti fitosanitari.
Spitters ha confermato l'emergenza ed ha sottolineato il nodo cruciale. 'Il Dpr 290 del 2001, che regola la materia, prevede una normativa non armonizzata a livello europeo'.
Per l'emanazione di qualsiasi norma tecnica, che implica l'interesse di altri Paesi membri dell'Unione, ha spiegato Spitters, 'bisogna riferire alla Commissione, procedura che il Governo italiano non ha seguito'.
Il Dpr 290 aveva l'obiettivo di semplificare e unificare le procedure. "Ma più lo studiamo in dettaglio e più vengono fuori dei problemi', ha detto Pasquale Mainolfi, della Direzione generale della qualità dei prodotti agroalimentari e della tutela del consumatore del ministero Politiche agricole.
I problemi sul Dpr sono innanzitutto di applicazione: sono troppi i punti di contrapposizione con la normativa Comunitaria e molti i vuoti legislativi. Tanto che, ha concluso Mainolfi, "stiamo lavorando con il ministero della Salute per cambiare la normativa".
Mart Spitters vede con sospetto uno degli articoli del Dpr 290 l'art 38 dato che certi prodotti fitosanitari soggetti a revisione nell'ambito della Comunità, possono essere esentati in Italia da qualsiasi autorizzazione per l'impiego nell'agricoltura biologica.
Anche i produttori biologici sono d’accordo sulla modifica e chiedono la registrazione dei prodotti utilizzati in agricoltura biologica.
Ambiente, maggiore qualità dei prodotti e normative anche stringenti e chiare, sono i tre aspetti che porteranno l'industria dei fitosanitari a cancellare la diffidenza per la chimica.
"Il mondo vive di chimica, ma ne ha paura - sottolinea Giorgio Basile, presidente di Agrofarma - Ma non possiamo fare a meno della chimica e dobbiamo impegnarci per dissolvere ogni timore nei consumatori e ci attiveremo, in ogni sede, per trasmettere questo messaggio.
I fitofarmaci sono indispensabili, ma devono essere prodotti sicuri. La disciplina deve essere chiara su base tecnica scientifica, e non politica. E poi sono necessari i controlli".
Della stessa opinione anche l'on.Francesco Fiori: “Il modo di affrontare il mercato unico è quello di rendersi conto che senza la chimica e senza l'aiuto degli altri metodi di produzione non avremmo la qualità della produzione nell'agroalimentare che abbiamo adesso".
Senza queste condizioni non sarà possibile operare.

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