2023
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La ricerca arma per vincere la sfida di una Pac da ripensare

Il contributo dei laboratori pubblici nel testare le soluzioni per le imprese agricole secondo lo schema di Diachem. Ma il Governo potrebbe proporre una revisione di medio termine della Pac improntata a una maggiore flessibilità

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Un momento del confronto: Paolo Dubbini (Diachem) e Manuel Lombardi (Coldiretti Caserta)

Fonte immagine: Crea

Dalla difesa agroecologica delle colture contro l'attacco dei patogeni, ai formulati innovativi per il miglioramento delle caratteristiche bioagronomiche e qualitative delle specie frutticole, passando per i fitoregolatori di nuova generazione per la filiera del pomodoro da industria, fino al rapporto tra nuove colture e cambiamenti climatici, caratterizzato dalla tropicalizzazione della frutticoltura mediterranea. La ricerca pubblica in campo agroalimentare recepisce i mutamenti del contesto ambientale e le istanze del mondo produttivo per studiare soluzioni compatibili al raggiungimento degli obiettivi indicati nella nuova Politica Agricola Comune e sanciti dalle strategie europee nel Green Deal.

 

Se ne è parlato ieri, 17 aprile 2023, in occasione del convegno "Percorsi di ricerca per lo sviluppo di un sistema agroalimentare coerente con gli obiettivi delle Strategie Europee", organizzato a Caserta dal Crea, il principale Ente di ricerca italiano in agroalimentare, in collaborazione con Diachem, Azienda italiana produttrice di agrofarmaci e agronutrienti, che ha lanciato una vera e propria campagna di comunicazione destinata agli operatori del settore: "Diachem incontra la ricerca". Perno della strategia dell'Azienda sono proprio i centri di ricerca pubblici, ai quali vengono affidate le prove sull'efficacia e la compatibilità ambientale dei nuovi formulati, a maggiore garanzia del produttore e degli utilizzatori finali.

 

I lavori, aperti dal direttore generale Crea Stefano Vaccari, sono stati chiusi dalla tavola rotonda "Gli stakeholder coinvolti nella filiera agroalimentare: opinioni a confronto", hanno visto la partecipazione delle organizzazioni dei produttori, delle associazioni di categoria, degli ordini professionali, della Regione Campania, del Cnr, delle Università degli Studi di Palermo e degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e di Diachem.

 

Di tutto rilievo anche il contributo della direttrice generale dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, Maria Passari, che ha sottolineato l'importanza dello sviluppo delle politiche della conoscenza nell'ambito della Programmazione per lo Sviluppo Rurale 2023-2027.

 

In ultimo conclusioni affidate a Marco Cerreto, deputato (Fratelli d'Italia) membro della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, che ha raccolto positivamente la richiesta di organizzazioni agricole e mondo della ricerca di un maggiore investimento del sistema Paese nella ricerca applicata in agricoltura, in vista del raggiungimento degli obiettivi della Pac, ma ha anche sostenuto la necessità di una maggiore flessibilità della Politica Agricola Comune.

 

Alla domanda di AgroNotizie® sulla possibilità che i numerosi rilievi posti da questo Governo alla Pac potrebbero essere formalizzati più avanti in una richiesta di revisione di medio termine della Pac dell'Italia alla Commissione Ue, Cerreto ha risposto: "Penso di sì, ci siamo insediati in autunno quando il Piano Strategico Nazionale della Pac non aveva ancora ricevuto il via libera dalla Commissione Ue, ma quando erano state già compiute scelte rilevanti sul piano delle politiche nazionali applicabili, mentre subiamo in pieno l'applicazione della Pac, concepita quando non eravamo ancora al Governo, ma siedavamo tra i banchi dell'opposizione".

 

Gli interventi al convegno

Ernesto Lahoz, del Centro Cerealicoltura e Colture Industriali del Crea, ha parlato del cambiamento in atto, dettato dall'esigenza di ridurre l'impiego dei prodotti chimici, che sta trasformando le tecniche di difesa delle colture dai parassiti in difesa agroecologica, secondo la quale l'agricoltura interagisce in piena armonia con l'ambiente naturale, applicando i principi moderni dell'ecologia per ottenere prodotti sani ed economicamente sostenibili.

 

Luigi Zampella, di Diachem, ha tratteggiato il ritratto dell'Azienda di Caravaggio che da oltre sessant'anni si occupa di protezione e nutrizione delle colture. Attraverso i due marchi Chimiberg (agrofarmaci) e Diagro (agronutrienti) si propone sul mercato italiano con soluzioni sostenibili e integrate, che hanno come obiettivo quello di supportare un'agricoltura in grado di generare reddito, garantire la sicurezza alimentare e rispettare uomo e ambiente. Diachem, inoltre, formula nel proprio stabilimento prodotti per aziende attive nei settori della protezione e della nutrizione delle piante, mettendo a disposizione dei propri clienti consolidate competenze in materia di regulatory e R&d, grazie a un team interno di professionisti di lunga esperienza nel settore.

 

Milena Petriccione, del Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, ha esposto i risultati dell'applicazione su melo e kiwi di due formulati innovativi Diachem, un acceleratore di fotosintesi a base di acido 5-aminolevulinico (ALA) e un fertilizzante integrato a pH acido, che hanno migliorato il contenuto di composti bioattivi, l'attività fotosintetica e le proprietà antiossidanti dei frutti, con la duplice vantaggiosa conseguenza di ridurre su mela Annurca Rossa del Sud - una delle cultivar della Melannurca Campana Igp - i tempi di arrossamento in melaio associando un più elevato contenuto di polifenoli, flavonoidi e antociani.

 

Valerio Battaglia, del Crea Cerealicoltura e Colture Industriali, ha illustrato come gli innovativi fitoregolatori per pomodori da industria agiscano sui processi fisiologici delle piante, ottimizzando le rese produttive.

 

Dalla relazione è emerso come nel 2021 è stato condotto in agro di Acerra, uno studio con lo scopo di valutare l'efficacia del fitoregolatore (Atonik®) a base di 5-nitroguaiacolato di sodio (1 grammo/litro), o-nitrofenolato di sodio (2 grammi/litro) e p-nitrofenolato di sodio (3 grammi/litro) in pomodoro da industria con l'obiettivo di ottenere fruttificazione dei 2 primi palchi fiorali della pianta di pomodoro varietà Kiros, una tipologia San Marzano. L'applicazione del fitoregolatore Atonik® ha fatto registrare un incremento di resa attraverso la produzione di frutti anche sui primi 2 palchi rispetto a quanto ottenuto nelle tesi testimone con trattamenti "comuni".

 

Sono seguite tre comunicazioni su ricerche in corso inerenti prodotti Diachem. Di "Valutazione dell'efficacia di trappole attivate con Amadene e Meteor di Diachem nel controllo della specie invasiva Bactrocera dorsalis" ha parlato Umberto Bernardo, del Cnr - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante. Bernardo ha ricordato che il rinvenimento di Bactrocera dorsalis in Campania ha destato attenzione in vista delle capacità adattative di svilupparsi sui frutti di oltre 400 specie ospiti.

 

Il monitoraggio di questa specie è concentrato principalmente sui maschi in quanto è stata identificata una sostanza attrattiva, il metileugenolo, che li attrae fortemente fino ad un chilometro di distanza. Il monitoraggio delle femmine è invece effettuato mediante l'uso di trappole attivate con torula, che sfruttano la necessità di assumere questi elementi essenziali per la completa formazione delle uova, ma sono aspecifiche. Bernardo ha quindi sottolineato quanto sia indispensabile ricercare formulazioni che possano migliorare l'attrattività nei riguardi delle femmine, saggiando un'esca proteica a base di proteine idrolizzate attrattiva nei confronti di ditteri fitofagi da addizionare ad insetticidi. La ricerca è in corso.

 

Infine sui "Cambiamenti climatici e nuove colture: i frutti tropicali in ambiente mediterraneo" ha portato il suo contributo Vittorio Farina dell'Università degli Studi di Palermo, così come di "I tannini nella filiera castanicola: sostenibilità e innovazione" ha parlato Severina Pacifico, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. In entrambi i casi è stato da poco avviato un rapporto di collaborazione con Diachem. Per i frutti tropicali l'obiettivo sarà quello di scegliere i prodotti da testare in vista di una buona resa produttiva e qualitativa da raggiungere in ambiente mediterraneo e sotto serra.

 

Mentre andranno vagliati gli utilizzi di migliori tecniche di estrazione dei tannini ottenibili dal castagno, in vista di un utilizzo di tali sostanze, già conclamate per la singolare efficacia antiossidante ed anti infiammatoria, nel settore alimentare nutraceutico, in quello degli additivi per mangimi o in regime di agricoltura integrata e biologica.

 

Ha chiuso la fase convegnistica dell'incontro Milena Crotti, di Diachem, che nel descrivere le politiche di comunicazione dell'Azienda ha sottolineato: "abbiamo ben chiara la necessità di affiancare il mondo agricolo nella transizione verso un'agricoltura più green con soluzioni efficaci, ma meno impattanti. E abbiamo l'ambizione di farlo anche creando un dialogo virtuoso fra il mondo produttivo e dell'agrochimica, da una parte, e la ricerca scientifica dall'altra".

 

La tavola rotonda

Hanno animato la tavola rotonda "Gli stakeholder coinvolti nella filiera agroalimentare: opinioni a confronto" gli interventi di Paolo Dubbini (contitolare Diachem), Enrico Fravili (Agrinsieme), Manuel Lombardi, presidente Coldiretti Caserta, Raffaele Griffo e Flavia Grazia Tropiano del Servizio Fitosanitario di Regione Campania, Giuseppe Giaccio, presidente Op Giaccio Frutta e del Consorzio di Tutela Mela Annurca Campana, Sabato Castaldo, direttore della Op Il Guscio, e Antimo Di Donato di Cooperativa Sole.

 

Ne è emersa forte la domanda del mondo produttivo agricolo di un più forte investimento del Paese nel mondo della ricerca applicata in agricoltura, finalizzato non solo al raggiungimento degli obiettivi ambientali e sociali della Pac a 2027, ma anche ad elevare il reddito agricolo, reso sempre più incerto da avversità di ogni sorta, oltre che dalla diminuzione verticale di molecole utilizzabili.

 

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