Giornate Fitopatologiche 1967

Bologna 26-27 Maggio 1967

Esperimento di lotta comparativa contro Aculus pelekassi Keif.

Capitolo “Acaricidi ” - volume primo - pag. 407-410

Autori: G. Laccone , G.M. Martelli

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Dopo la comparsa negli agrumeti tarantini dell'eriofide rugginoso degli agrumi (Aculus pelekassi Keifer) ed il conseguente uso ripetuto e crescente dello zineb - dimostratosi di efficacia risolutiva -si paventa che possano selezionarsi stirpi dell'acaro "resistenti" al prodotto medesimo. Per evitare ciò, e di conseguenza offrire all'agrumicoltore una alternativa allo zineb, è stata compiuta una prova razionale di lotta sottoponendo a prova altri composti, tra cui il polisolfuro di bario che, possedendo proprietà  anticoccidiche e acaricide, ci sembrava ben qualificato per una possibile sostituzione.
Insieme ad esso furono provati i seguenti altri prodotti in un mandarineto in agro di Palagianello (Taranto) che, per una forte e non combattuta infestazione dell'eriofide nell'anno precedente, dava garanzie di essere nuovamente infestato:
a) zineb nella dose di gr 240 di S.A. per hl d'acqua, pi๠gr 50 di bagnante,
b) ETM nella dose di gr 300 di prodotto commerciale/hl, pi๠gr 50 di bagnante (1).
c) polisolfuro di bario (45-47 S.A.) alla dose di kg 2/hl,
d) keltane emulsionabile alla dose di gr 40 di S.A./hl.
Delle 4 tesi furono fatte 4 ripetizioni in blocchi randomizzati, oltre alla tesi testimone: il primo trattamento fu eseguito il 20 giugno, quando fu accertata la presenza del parassita sulle piante di tutte le tesi.
Il secondo trattamento fu eseguito il 1° agosto, quando, oltre alla tesi testimone ormai fortemente infestata, anche le tesi con keltane e quella con polisolfuro mostrarono qualche esemplare vivente del parassita.
Data la crescente infestazione sulla tesi con keltane, un terzo trattamento fu eseguito il 1° settembre usando zineb, sicchà© la tesi relativa fu eliminata.
Un terzo trattamento fu altresì effettuato con polisolfuro sulla tesi omonima il 19 settembre, per evitare il dilagare della incipiente infestazione determinata dall'attacco verificatosi su parti della pianta trattate imperfettamente.
Alla data della raccolta, il 9 novembre, erano rimaste del tutto esenti da attacco le due tesi con zineb e con ETM, mentre nella tesi con polisolfuro si rilevò una lieve percentuale di frutti infestati dovuta non tanto alla inefficacia del prodotto quanto alla imperfetta tecnica del trattamento.
Per quanto riguarda l'apprezzamento commerciale dei frutti, si notò una certa perplessità  da parte degli acquirenti verso i frutti trattati con polisolfuro a causa dei residui di questo prodotto rimasti sulla buccia sotto forma di macchie pi๠o meno estese, asportabili ma deturpanti.
In concreto dalla prova si potè dedurre che, almeno fino ad ora, 2 sostanze possono sostituire egregiamente lo zineb e cioè l'ETM ed il polisolfuro di bario. E' presumibile che anche l'inconveniente dovuto alla permanenza dei residui di polisolfuro possa essere eliminato eseguendo i primi due trattamenti, quando i frutti sono lontani dalla maturazione, con polisolfuro e, qualora fosse necessario, un eventuale terzo trattamento con zineb.

(1) Trattasi di un anticrittogamico del commercio denominato Siaprit costituito da zineb parti 45, Etilen-Tiurame-Monosolfuro monomero parti 5, adesivi, bagnanti e sostanze inerti parti 50.

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