Giornate Fitopatologiche 1967

Bologna 26-27 Maggio 1967

Prove di lotta contro Phragmites communis ed altre infestanti acquatiche emergenti

Capitolo “Diserbanti” - volume primo - pag. 557-566

Autori: A. Loschiavo

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L'autore dopo aver molto sommariamente descritto gli inconvenienti provocati dalla presenza incontrollata delle malerbe nei canali e classificate le stesse ai fini pratici-applicativi del diserbo chimco riferisce su alcune prove di lotta contro la Phragmites communis e le altre infestanti acquatiche più tipiche dei comprensori di bonifica italiani soffermandosi sugli aspetti teorico-pratici che consigliano di intervenire in una fase vegetativa piuttosto giovanile delle stesse.
Per quanto concerne la Phragmites gli interventi devono essere piuttosto precoci operando quando la cannuccia ha raggiunto l'altezza di 100-150 cm al massimo e presenta un adeguato sviluppo fogliare; ciò facilita un completo assorbimento del principio traslocabile (Dalapon) distribuito in un primo intervento alla dose di 20 kg/ha, assunto prevalentemente dalle foglie, in modo che lo stesso possa esercitare una pi๠marcata azione erbicida. Con ogni probabilità , in tale fase del suo sviluppo vegetativo, la infestante non ha ancora incominciato ad accumulare sostanze di riserva ed a differenziare organi sotterranei di riproduzione, rivelandosi, oltre che pi๠vulnerabile, anche meno capace di ricostituire gli organi aerei. Un successivo intervento, 7-10 giorni più tardi, con un formulato dipiridilico a base di paraquat (5 kg/ha di Gramoxone) provocando una rapida caduta dei carboidrati e l'immediata distruzione dell'apparato fogliare consente al Dalapon già  traslocato negli organi di riserva di esercitare anche su questi una notevole azione distruttiva che normalmente alle basse concentrazioni adoperate nelle prove non si verifica. E' possibile cosଠridurre fino a 2/3 le dosi d'impiego del principio traslocabile.
Per quanto riguarda invece le altre infestanti emergenti diverse da Phragmites l'epoca migliore per combatterle è legata indubbiamente alle condizioni climatiche ambientali ma, in linea di massima, è possibile intervenire da aprile in poi quando sono comparsi i germogli pi๠tardivi e questi presentano un adeguato sviluppo della superficie fogliare da esporre agli aggressivi chimici.
La formula erbicida adottata per la lotta contro questo tipo di erbe (10 kg/ha di un formulato a base di esteri dell'acido 2,4-D al 44% in associazione a 5 kg/ha di un formulato a base di paraquat al 20%) si è rivelata particolarmente efficace indifferentemente contro tutte le specie.
L'azione congiunta dei due principi attivi consente cosଠil controllo anche di quelle specie che sono risultate resistenti ai fitormonici o ai dipiridilici da soli adoperati anche a dosi notevoli, ciò, probabilmente, per il principio secondo il quale l'un prodotto agirebbe pi๠energicamente su organi vegetali indeboliti o comunque "disturbati" dall'altro.

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