Giornate Fitopatologiche 1969

19-20 maggio

Danni da Dithylenchus dipsaci Filip. (tylenchoidea, tylenchidae) su aglio e relativi mezzi di lotta.

Capitolo “Aspetti Igienico - sanitari dei fitofarmaci” - volume unico - pag. 159-168

Autori: R. Tacconi, A. Ugolini

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Dopo alcuni cenni sull'importanza della coltura dell'Aglio in Italia ed in particolare nell'Emilia, gli AA. riferiscono brevemente sui danni arrecati dal Nematode Tilenchide D. dipsaci Filipp. alla liiacea.
Si descrive poi una prova sperimentale di lotta condotta nel bolognese nella campagna 1967-68 che ha interessato due appezzamenti, di ci uno "A" con terreno sicuramente infestato e l'altro "B", invece, indenne. Sul campo "A" si sono messe a confronto 7 tesi, di cui 5 relative a vari mezzi chimici di disinfestazione del terreno (fumiganti liquidi e formulati granulari) e 2 relative a diversi sistemi di piantagione dei bulbilli (autunnale e primaverile), senza disinfestazione del terreno. Nel campo "B", invece, si è attuato solamente un confronto fra le produzioni ottenibili, da colture a piantagione autunnale e primaverile.
I controlli dei risultali si sono effettuati alla raccolta mediante pesatura del prodotto (allo staro veide e secco) e con estrazione dei nematodi da campioni di bulbi.
Le indagini ed i rilievi compiuti li hanno messo in evidenza:
- la gravità  dei danni arrecati dalle infestazioni del Nematode Ditylenchus dipsaci che può determinare la distruzione della coltura.
- che i mezzi chimici sperimentali non assicurano una sufficiente difesa dal fitofago considerato.
- che la piantagione primaverile dei bulbilli consente una notevole diminuzione dei danni a scapito della qualità  e della quantità  del prodotto ottenibile.
- che l'origine delle infestazioni da D. dispaci è da ricercare soprattutto nei Nematodi presenti nel terreno.
Si conclude che i coltivatori dovranno, oltre alla scelta dei bulbi da campi sani, porre particolare attenzione nella scelta dei terreni da destinare a tale coltura, evitare la pratica del "ristoppio" ed adottare una rotazione piuttosto "larga" tra le colture di liliacee.

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