Erinosi della Vite Colomerus vitis

Classificazione: Acari > Eriofidi

Acaro eriofide ampelofago (attacca esclusivamente la vite), diffuso su tutto il territorio nazionale, non provoca danni seri alla coltura tranne in casi molto rari. Le femmine si presentano di forma vermiforme con una lunghezza di 0,16-0,2 mm e dal colore bianco giallastro.

Biologia

Le femmine svernano nelle perule delle gemme basali o nelle anfrattuosità della corteccia nella zona di inserzione  dei tralci e ad inizio primavera si spostano sugli abbozzi fiorali provocando i primi danni sulle foglie appena spuntate, in genere sono interessate le prime due o tre foglie alla base del tralcio.

 

Da fine maggio iniziano a migrare dalla base all’apice del tralcio alla ricerca di giovani foglie su cui continuare  lo sviluppo. Da agosto fino ad ottobre-novembre inizia la migrazione dagli apici alla base dei tralci per raggiungere i ripari invernali. 

Danni causati

In genere i danni compaiono sulle foglie, già da quelle appena fuoriuscite, dove si creano delle bollosità verso l’alto che interessano aree più o meno grandi della foglia ma delimitate dalle nervature; nella pagina inferiore della foglia appaiono in corrispondenza delle bolle delle masse feltrose, costituite da peli ipertrofici,  inizialmente di colore bianco, rosato o ocraceo che poi vira al rosso-brunastro con il progredire del disseccamento.

In caso di forti infestazioni vengono interessati anche i germogli che si presentano più corti di quelli normali ed è possibile anche un arresto del loro sviluppo, con emissione di nuovi germogli dalle gemme laterali. Anche i grappolini in casi molto rari vengono colpiti, sviluppando deformazioni e tomentosità nelle aree attaccate, successivamente disseccano provocando la perdita di interi grappoli o parti di essi. 

Interventi agronomici

 I trattamenti anticrittogamici effettuati con Zolfo sono normalmente sufficienti per il contenimento del fitofago.

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