Collembolo cosmopolita diffuso in tutta Europa, Africa del Nord, Asia, America e Australia. Sul territorio è ritrovabile in tutti gli areali di coltivazione ove si coltivano barbabietola da zucchero, erba medica, frumento, lino, rapa, vivai di vite, ecc.
Adulto di colore verde-giallastro in tarda primavera o irregolarmente macchiato di bruno negli esemplari in essere all'inizio della primavera e in autunno. Il corpo ha forma tozza, dorso peloso, provvisto all'estremità caudale di una furcula molto sviluppata. Il capo è allargato e caratterizzato da 4 punti rossastri. Le antenne, 4 -articolate, hanno l'ultimo segmento lungo quasi quanto gli altri nella loro totalità, componendosi di 15 piccoli articoli. A maturità raggiunge i 2-2,5 mm di lunghezza.
Uovo di forma ovale, di colore biancastro, del diametro massimo di 0,27 mm.
S. viridis sverna sotto forma di uovo nel terreno. I giovani individui emergono all'inizio della primavera al presentarsi di condizioni climatiche favorevoli. A maturità raggiunta consumano gli accoppiamenti; le femmine depongono fino a 120 uova sulle foglie morte, raggruppandole in mucchietti di alcune decine di elementi che verranno poi ricoperti con terriccio digerito dall'insetto ed emesso dall'orifizio anale. In questo modo possono resistere a condizioni ambientali avverse, rimanendo vitali anche per lunghi periodi di tempo in ambiente secco.
L'incubazione si protrae da una settimana a circa un mese, in ragione delle condizioni ambientali.
Il collembolo compie dalle 4 alle 6 generazioni annuali, raggiungendo il picco di popolazione in primavera, grazie agli elevati valori di umidità dell'aria e bagnatura del suolo.
Danneggia le foglie cotiledonari e le prime foglie vere delle piante ospiti realizzando piccoli fori tondeggianti. Penetra parzialmente col capo nei tessuti vegetali, ampliando lo scavo sotto l'epidermide; quest'ultima finisce col disseccare, ampliando l'escavazione. Le erosioni ai danni delle plantule di barbabietola da zucchero sono molto simili ai danni arrecati dalle altiche; su frumento le lesioni arrecate dall'insetto sono internervali e allungate, facilmente assimilabili al danno da Oulema melanopa.
indipendentemente dalla coltura
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