Dal punto di vista epidemiologico questo batterio risulta più distruttivo nelle zone caratterizzate da alta piovosità, ove le piante sono irrigate a pioggia e nei terreni soggetti a sommersione. Alte temperature (30-35°C) e scarsa ventilazione favoriscono la malattia. Il baterrio può infettare mais, cipolla, patata, basilico, scalogno, ecc.
E. chrysanthemi vive saprofiticamente sui residui colturali nel terreno e infetta le piante di mais attraverso stomi, idatodi o ferite delle foglie e dei fusti. Il batterio pò anche essere portato dai semi.
I sintomi primari compaiono generalmente in attiva fase di sviluppo: le piante colpite cadono improvvisamente; uno o più internodi sopra il livello del terreno divengono di colore bruno, pregni d'acqua, molli e leggermente viscidi, afflosciati. I tessuti infetti emanano cattivo odore. Le piante colpite possono rimanere verdi per diversi giorni in quanto i fasci vascolari rimangono pressochè integri. Sovente si presenta un marciume sulla cima del fusto se le piante sono irrigate a pioggia con acque di fiume, lacustri e di serbatoio. La parte superiore delle ultime foglie avvizzisce, sviluppando successivamente un marciume umido che riduce in poltiglia i tessuti alla base dell'inviluppo apicale. Il batterio si propaga rapidamente verso il piede della pianta, arrivanda a provocare la caduta della stessa.
Impiegare ibridi e varietà resistenti. Mettere in atto un drenaggio del terreno efficace. Effettuare ampi avvicendamenti colturali. Evitare il più possibile di provocare lesioni alle piante. Allontanare e distruggere le piante infette. Effettuare concimazioni azotate equilibrate. Non irrigare per aspersione. Evitare irrigazioni con acque provenienti da canali o bacini di raccolta non periodicamente ripuliti da residui organici.
indipendentemente dalla coltura
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