Maculatura batterica che colpisce albicocco, ciliegio, mandorlo, pesco e susino. Normalmente si presenta allo stato endemico e può assumere notevole pericolosità specialmente per le cultivar cino-giapponesi.
X. pruni si conserva nei tumori presenti sui rami, diffondendosi principlamente attraverso l'acqua piovana. L'inizio delle nuove infezioni avviene per via stomatica (nelle foglie), lenticellare (su frutti e rametti) e attraverso ferite di varia natura (tagli di potatura, danni meccanici, ecc.).
Infetta foglie, frutti e rametti. A carico dalle foglie sviluppa maculature inizialmente di aspetto idropico e successivamente di colore rossastro più o meno scuro, di forma subrotndeggiante o angolosa, circaondate da un alone clorotico o tendente al giallo, presso le quali i tessuti infetti si distaccano da quelli sani circostanti, portando la foglia al tipico aspetto impallinato.
I frutti colpiti manifestano delle areole subrotondeggianti, isolate o in ordine sparso, inizialmente edematose, che poi virano al bruno, con superficie infossata più o meno ulcerosa.
I rami infettati mostrano tacche edematose di colore rossastro scuro che in seguito originano veri e propri cancri corticali, caratterizzati da fessure impregnate di mucillagine giallastra.
La malattia arreca danno soprattutto alle piante giovani, cagionando defoliazioni, stentato sviluppo e disseccamento dei rami. In piena produzione possono inoltre insorgere perdite produttive anche del 50% o più. I susini cino-giapponesi risultano molto suscettibili, al contrario delle varietà europee che manifestano una buona resistenza.
Orientare la scelta varietale verso cultivar poco suscettibili o resistenti. Nel caso del susino preferire cultivar europee.
Effettuare una accurata rimozione dei rami infetti, bruciandoli tempestivamente.
indipendentemente dalla coltura
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