Il cancro causato da Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA), per la sua virulenza rappresenta la più pericolosa delle batteriosi dell’actinidia. Segnalato per la prima volta in Italia nel 1992, già negli anni Ottanta del secolo scorso ha causato gravissimi danni in Giappone e in Corea, divenendo un fattore limitante della coltura. Una volta introdotta in un territorio, la malattia si diffonde in maniera molto veloce.
Pseudomonas Pseudomonas syringae pv. actinidiae è un batterio attivo con temperature tra i 10 e i 20°C (oltre i 25°C blocca la propria attività). Le infezioni avvengono in primavera-inizio estate e in autunno-inverno.
Il batterio entra nella pianta attraverso stomi, punti di rottura dei peli, lenticelle, ferite naturali (formatesi a seguito di caduta delle foglie, raccolta dei frutti, rottura gemme, ecc.), tagli di potatura verde e invernale, grandinate, gelate, ecc.
La colonizzazione dei tessuti vascolari da parte del batterio risulta essere particolarmente pericolosa in quanto non sempre associabile a sintomi visibili. Tale tipologia di infezione può determinare la necrotizzazione con conseguente disseccamento delle parti aeree, consentendo in ogni caso la sopravvivenza del batterio all'interno dei tessuti vegetali e conseguentemente la sua diffusione.
Il patogeno compie le infezioni primarie (esterne) per via fogliare, agevolato da brina, vento e piogge, penetrando attraverso stomi e ferite. Le infezioni secondarie, interne ai tessuti della pianta, avvengono in inverno-inizio primavera, quando il batterio migra infettando la pianta per via xilematice e floematica.
Le infezioni primaverili-estive si manifestano principalmente sotto forma di maculature delimitate tra le nervature fogliari, avvizzimenti a carico di germogli, necrosi di bottoni fiorali e fiori, disseccamento dei tralci e comparsa di cancri.
Le infezioni autunno-invernali si manifestano con la comparsa di punteggiature rossastre sottocorticali su cordoni e tronchi, che portano al disseccamento degli stessi. A questi si accompagna la formazione di cancri, rilevabili poco prima o in concomitanza della ripresa vegetativa e la presenza di essudato che fuoriesce dal punto di distacco delle foglie.
Curare la disinfezione delle attrezzature utilizzate nelle operazioni di potatura negli impianti colpiti (è consigliato l'impiego di sali di ammonio quaternario). Eseguire le operazioni di potatura prima dell'inizio del cosiddetto 'pianto' ed in condizioni asciutte. Potare prima gli impianti colpiti eliminando i residui, asportando e bruciando il materiale di risulta. Coprire i tagli effettuati con mastici cicatrizzanti. Curare la concimazione apportando adeguati quantitativi di azoto fosforo e potassio, frazionando gli apporti ed evitando eccessi di azoto. Impiegare solo polline batterio-esente (munito di apposita certificazione) ed eseguire potatura verde e diradamento in periodi asciutti.
indipendentemente dalla coltura
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