Malattia particolarmente dannosa quando colpisce piante giovani in piena fase di sviluppo, diffusa in tutti gli areali di coltivazione del mais. I danni causati da questa crittogama possono variare da un ambiente all'altro, con percentuali minime sino, molto raramente, al 10% o più. La coltivazione di varietà e ibridi resistenti permette di limitare enormemente le perdite di prodotto, che non supera il 2% annuo su ampie superfici. Le teliospore (dette anche clamidospore) di U. maydis sono di colore da bruno olivastro a nero, sferiche o elissoidali, finemente echinulate, di circa 8-11 micron di diametro. Tali spore diploidi germinano formando un promicelio che porta quattro o più sporidi ialini, di forma affusolata. L'infezione può avvenire sia dalle ife formate direttamente dalle teliospore germinanti, sia da quelle che hanno origine dalla fusione di sporidii di diversa sessualità.
Le clamidospore svernano e, al presentarsi delle condizioni favorevoli, germinano producendo gli sporidi, che vengono trasportati dalle correnti d'aria o schizzati dall'acqua sulle piante di mais di giovane età, in piena fase di sviluppo. Il micelio binucleato del fungo penetra nella pianta ospite attraverso stomi, ferite o direttamente attraverso le pareti cellulari, stimolando le cellule dell'ospite a proliferare. Lo sviluppo di U. maydis è favorito dall'andamento climatico asciutto e temperature comprese tra 26 e 34°C. Il lasso di tempo fra l'infezione e la formazione delle galle può variare, con condizioni favorevoli, da una a più settimane. In terreni ricchi di azoto e abbondantemente fertilizzati con letame, la gravità degli attacchi della malattia è maggiore. Lesioni dovute a grandine, vento, terra o granelli di sabbia portati dal vento, lavorazione ed altre operazioni colturali, aumentano considerevolmente il potenziale infettivo della malattia.
utte le parti aeree della pianta possono essere colpite, in particolar modo i tessuti giovani, in pieno corso di sviluppo, specialmente quelli meristematici. I sintomi dell'infezione si manifestano sotto forma di tumori ricoperti da una membrana lucente, di colore bianco verdognolo o bianco argenteo. La massa interna di tali tumori diventa nera e si trasforma in un agglomerato polverulento di spore color bruno-oliva scuro o nero. Al loro completo sviluppo i tumori raggiungere dimensioni anche di 15 cm di diametro. A livello fogliare si ha formazione di tumoretti che generalmente restano di dimensioni ridotte (0,6-1,2 cm), che diventano duri e secchi, senza erompere. Un'infezione precoce di U. maydis può portare alla morte le giovani piante, anche se ciò accade raramente. Le piante che sviluppano tumori sulla parte bassa del fusto possono divenire sterili o produrre numerose piccole spighe. Queste piante in autunno virano al colore rossastro, somigliante a quello delle piante fortemente infestate da afidi nel periodo primaverile.
Impiegare ibridi e varietà resistenti. Adottare ampie rotazioni colturali. Evitare di arrecare lesioni meccaniche alle piante durante le operazioni colturali. Curare la concimazione con apporti equilibrati. Ove possibile, asportare e bruciare i tumori dalle piante infette prima che gli stessi erompano.
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