Il basidiomicete U. trici è l'agente fungino responsabile del carbone del frumento, diffuso in quasi tutte le zone mondiali di coltivazione.
L'intensità delle infezioni varia in ragione della suscettibilità varietale e del decorso climatico.
Il patogeno è localizzato nell'embrione del seme, dove resta quiescente fino a quando le cariossidi non vengono collocate nel terreno e iniziano a germinare. Il micelio riprende la sua attività in concomitanza alla pianta ospite, proseguendola di pari passo alle fasi di accrescimento fino ad entrare in contatto, per via sistemica, con la spiga. Giunto il momento della fioritura, manifesta la sua presenza sostituendo le spighette con sori ripieni di clamidospore.
Le clamidospore si distaccano con facilità dal soro e, trasportate dalle correnti d'aria, giungono sulle spighe vicine depositandosi, come un granello pollinico, sugli stami fiorali.
A questo punto le clamidospore germinano emettendo inizialmente un probasidio aploide che, a seguito di unione di due ife di sesso opposto, originando un micelio diploide che penetra nell'ovario, senza ostacolare la vitalità della cariosside infettata.
Attraverso il pericarpo dell'ovario, il patogeno penetra nei tegumenti esterni, con l'endosperma che successivamente attraversa lo scutello posizionandosi poi nell'embrione.
Dal punto di visto climatico, fattore fondamentale per lo sviluppo della malattia è ritenuta l'umidità relativa: valori elevati e prolungati coincidenti con il periodo della fioritura, possono favorire le infezioni. Dal punto di vista termico, la crittogama si giova di temperature attorno ai 20°C.
I danni a carico della spiga sono facilmente identificabili in quanto le spighette assumono l'aspetto di sori di colore nero, formati da una sottile membrana che racchiude una massa polverulenta. Tale membrana si lacera facilmente, liberando il proprio contenuto nell'ambiente circostante e dando così inizio a nuove infezioni.
Gli organi fiorali vengono pesantemente colpiti: stami e ovari possono anche scomparire totalmente, le reste piccole e deformate.
Non tutte le spighette di un'infiorescenza si ammalano; sovente, quelle della parte distale sono sane, con cariossidi non interessate dal carbone.
Le piante infette possono infine crescere più velocemente, emettendo la spiga con un certo anticipo.
Disinfezione della semente con il cosiddetto 'metodo Jensen', ovvero immersione della stessa in acqua a temperatura ambiente per circa 4-5 ore allo scopo di inturgidirle per poi passarle per un minuto in acqua a 50°C e successivamente, per 10 minuti, in acqua a 54°C; il processo si completa ponendo infine il seme in acqua fredda, asciugandolo poi con la massima cura.
indipendentemente dalla coltura
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