La malattia, che a seconda delle diverse alterazione che provoca sui tessuti malati, viene detta vaiolatura, impallinatura, gommosi parassitaria, ecc., colpisce tutte le specie coltivate e spontanee del genere Prunus, in particolare albicocco, ciliegio, mandorlo, pesco e susino. Agente della malattia è S. carpophila, che differenzia conidi bruni, di dimensioni di 13x35 nanometri e dotati di 2-6 setti trasversali.
Si perpetua come micelio, nelle lesioni dei rami e, nelle regioni a clima mite, anche allo stato di conidio protetto dalle abbondanti secrezioni gommose che ricoprono gli organi infettati. Lo sviluppo della crittogama è sostanzialmente condizionata dalle temperature e ancor più dal livello di umidità dell'ambiente. L'infezione può iniziare con una temperatura compresa tra 5 e 26°C (il valore ottimale si aggira sui 15°C), a condizione che la superficie della pianta ospite resti coperta da un velo d'acqua per un determinato lasso di tempo. L'incidenza della malattia varia considerevolmente in ragione alla diversa suscettibilità delle piante ospiti.
L'attività di C. beijerinckii risulta più intensa nelle annate successive a forti gelate invernali che abbiano cagionato danni agli organi legnosi, riducendo la vitalità delle piante.
La malattia colpisce foglie, rami e frutti. Le foglie colpite inizialmente presentano delle piccole macchie circolari, di colore rosso-violaceo e contornate da un'alone clorotico. tali macchie tendono ad allargarsi col tempo, fino a raggiungere il diametro di 4-5 mm, I tessuti colpiti e devitalizzati si distaccano ed la pagina fogliare diviene più o meno intensamente bucherellata.
I rami manifestano lesioni di vario tipo, come minuscole tacche necrotiche superficiali o masse tumorali dalle quali fuoriesce abbondante materia gommosa, finendo addirittura per disseccare nell'intera parte distale.
I giovani frutti presentano piccole areole rossastre, del diametro di 1-2 mm, che evolvono in tacche depresse conseguentemente al distacco dei tessuti infettati. I frutti già accresciuti manifestano delle macchie più grandi, di colore iniziale rossastro e successivamente bruno, spesso ricoperte da importanti incrostazioni gommose.
Tali sintomi possono essere facilmente confusi con quelli di altri patogeni. I tessuti colpiti da C. beijerinckii dopo qualche tempo si ricoprono di minuscoli cuscinetti neri carbonacei costituiti dalle fruttificazioni conidiche della crittogama (questa caratteristica può essere individuata solo con un'esame alla lente delle singole lesioni).
Evitare ristagni idrici. Limitare le concimazioni azotate. Asportare e brucare i rami infettati.
indipendentemente dalla coltura
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