Crittogama estremamente polifaga in grado di colpire numerose graminacee, garofano, cucurbitacee, alcune leguminose, barbabietola da zucchero, asparago e diverse altre essenze erbacee.
In diverse parti del mondo sono state registrate forti sviluppi epidemici, nel nostro paese soprattutto in Sardegna. Può colpire le piante in tutti gli stadi di sviluppo, cagionando la perdita di quelle più giovani ed un grave deperimento di quelle in più avanzato stadio di sviluppo.
F. culmorum presenta macroconidi falciformi, con pareti molto marcate e brillanti, larghi nella sezione mediana e più sottili ed arcuati alle estremità, con parte superiore a forma di rostro e parte basale pediforme, di colore ocraceo o salmone in massa, 5-settati e delle dimensioni di 33 x 5 micron. E' inoltre in grado di generare numerose clamidospore intercalari.
F. culmorum è un'organismo saprofita, in grado di sopravvivere (per un lasso di tempo non meglio definito) su residui vegetali morti, senza perdere le proprie capacità parassitarie. Può inoltre insediarsi sull'apparato radicale delle piante ospiti senza che questi manifestino sintomi espliciti della sua presenza.
L'inizio della sua attività parassitaria è legata a particolari condizioni meteo-pedologiche in grado di debilitare le piante ospiti (rendendole più suscettibili all'infezione) e nel contempo favoriscano lo sviluppo e la virulenza del patogeno.
I primi sintomi della malattia si manifestano all'inizio della stagione primaverile con anormali ingiallimenti, circoscritti inizialmente alle porzioni apicali delle foglie che successivamente dilagano a tutta la lamina fogliare, cui fa seguito il disseccamento dei culmi.
Le piante maggiormente colpite deperiscono e muoiono rapidamente, mentre quelle infettate in minor misura proseguono il loro sviluppo stentatamente, compiendo spigagione e allegagione delle cariossidi, le quali però risulteranno vuote.
I cauli delle piante infette manifestano un vistoso imbrunimento iniziale della sola zona del colletto che poi andrà ampliandosi agli internodi superiori, fino a raggiungere anche l'apice vegetativo, gli abbozzi della spiga, e le parti più sviluppate dell'apparato radicale.
Con andamento stagionale umido la superficie degli internodi colpiti si ricopre di fruttificazioni fungine di diversa densità, di colore biancastro o roseo.
Su garofano e altri ospiti erbacei la crittogama produce alterazioni alla base degli steli, formando tacche brune o nerastre sul primo internodo, cui segue il disseccamento della parte sovrastante di pianta.
Bruciare le stoppie; adottare una razionale rotazione colturale; prestare particolare attenzione alla preparazione del terreno.
indipendentemente dalla coltura
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