E' fra le specie di Pythium segnalate più di frequente, e responsabili di diverse malattie di interesse agrario.
Questo ficomicete si ritrova nel terreno allo stato saprofitario. Quando trova giovani tessuti vegetali recettivi, assume un comportamento da parassita entrando direttamente nelle pareti cellulari della pianta ospite. In presenza di cellule epidermiche già lignificate, la penetrazione delle ife può avvenire unicamente attraverso microlesioni o ferite. Giunto all'interno delle radici o del fusticino il micelio cresce negli anfratti inter e intracellulari. I fungilli sopravvivono nel terreno anche per molti anni, in massima parte grazie a oospore che si differenziano nei tessuti infetti che, decomponendosi, le rilasciano nel suolo. Alcune volte si riproducono in strutture quiescenti anche delle clamidospore. In condizioni ambientali favorevoli, gli organi di conservazione germinano producendo tubuli germinativi oppure zoospore, che avviano il processo infettivo. La gravità della malattia è influenzata da diversi fattori come potenziale di inoculo, microflora terricola, umidità, temperatura e pH del terreno. Con umidità molto elevata e valori termici di poco inferiori a quelli ottimali per la pianta ospite, hanno luogo gli attacchi di maggiore intensità.
La malattia colpisce le plantule soprattutto nelle prime fasi vegetative. L'infezione parte dagli organi della pianta a contatto con il terreno, dando origine a imbrunimenti dei tessuti e successivi fenomeni di marcescenza. L'ipocotile, se infettato, cagiona l'avvizzimento della piantina, che finisce per prostrarsi al suolo. Possono essere attaccate anche piante allo stadio di 4-5 foglie; in questo caso compaiono ingiallimenti delle foglie arrivando poi all'arresto dello sviluppo.
Evitare l'uso di terricci contaminati nella preparazione dei letti di semina. Nei semenzai, favorire l'arieggiamento, ridurre la densità di semina e prevenire la formazione di ristagni idrici e di una eccessiva umidità del suolo.
indipendentemente dalla coltura
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