Attacca le barbabietole sia allo stadio giovanile che adulto.
Sembra molto comune nei terreni bieticoli sebbene lamentele delle sue attività siano relativamente scarse.
Non è, però, improbabile che casi dei suoi attacchi, finché blandi, passino inosservati; e la sua presenza possa venire mascherata da altri patogeni (es. Pythium spp.) più facilmente reperibili nel materiale malato o addirittura da saprofiti che prendono il sopravvento dopo che il primo, violento attacco del micelio di A. levis ha debilitato i tessuti.
Sulla coltura allo stato giovanile il patogeno provoca un tipico marciume radicale che si annuncia con una colorazione olivacea dei tessuti esterni e con piccole macchie quasi vitrescenti al colletto, cui in 1-2 giorni segue l’afflosciamento di tutti i tessuti dell’ipocotile e quindi la morte della plantula.
Nelle piante adulte invece, l’infezione si limita alle radichette laterali, che rapidamente marciscono.
In quest’ultimo caso la malattia provoca solo un rallentamento della vegetazione delle piante, a differenza dell’altro in cui si può avere l’intera distruzione del seminato.
I tessuti lesionati sono permeati da un micelio tubolare, turoloide, paucisettato e ramificato.
Parte degli organi della fruttificazione si producono all’esterno: se si sospendono le radichette ammalate dentro l’acqua, da esse fuoriuscirà una grande quantità di zoosporangi filiformi che portano le zoospore riunite in un pseudo-glomerulo all’apice.
In seguito, all’interno dei tessuti si ha la comparsa di oogoni e anteridi e, quindi, delle oospore lisce, con un diametro di circa 18 micron.
indipendentemente dalla coltura
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