Marciume bruno Monilinia fructigena, Monilia fructigena, Sclerotinia fructigena

Classificazione: Funghi > Moniliosi

Patogeno che può colpire tutte le parti epigee dei fruttiferi (giovani rami, foglie, fiori e frutti), con particolare predilezione per i frutti. Presenta una scarsa specializzazione e può svilupparsi su un'ampia rosa di piante ospiti (melo, pero, cotogno, albicocco, ciliegio, ecc.).

M. fructigena differenzia la forma ascofora eccezionalmente, compiendo l'intero ciclo di sviluppo annuale in forma agamica. La fruttificazioni ascofore sono formate da apoteci appiattiti del diametro di circa 0,5 cm, che racchiudono aschi cilindrici (di circa 10 x 150 micron) con ascospore unicellulari, ialine, ellittiche (di circa 6 x 11 micron). Possono differenziarsi, eccezionalmente su vecchie mummie. 

Le fruttificazioni agamiche sono costituite da conidiofori lunghi e ramosi, che portano delle catene (semplici o ramificate) di conidi ialini, unicellulari, limoniformi, di circa 13 x 22 micron. Possono differenziarsi dall'abbondante micelio che permea i tessuti infettati ; rappresentano il solo mezzo di diffusione del patogeno.

 

Biologia

Trascorre l'inverno come micelio nei frutti mummificati e, in misura minore, nei cancri dei rami. A inizio primavera, differenzia abbondanti fruttificazioni conidiche che si diffondono trasportate dal vento, dalla pioggia e altri vettori, dando origine a nuovi centri di infezione.

La presenza di lesioni biotiche (da insetti, da altre crittogame, ecc.) o abiotiche (grandine, lavorazioni meccaniche, ecc.) facilitano l'inoculo del patogeno. Andamenti climatici caldo-umidi favoriscono l'insorgenza della malattia.

 

Danni causati

I frutti sono suscettibili all'infezione di M. fructigena durante l'intero arco del loro sviluppo. L'attacco si manifesta esternamente attraverso un'area di color bruno-schietto, rotondeggiante, dal contorno ben definito e di rapido accrescimento. Su tali macchie, dopo qualche giorno, compaiono dei cuscinetti di color nocciola, disposti in circoli concentrici, formati dalle fruttificazioni conidiche del parassita. I frutti colpiti e completamente marci, dopo qualche tempo rimpiccioliscono assumendo una consistenza legnosa, dando origine alle cosiddette mummie, che sovente restano sulla pianta fino alla primavera seguente.

I rami vengono infettati attraverso il frutto, manifestando tacche clorotiche, solitamente allungate nel senso dell'organo; in corrispondenza di tali tacche i tessuti corticali morti possono presentare profonde fenditure che scoprono il legno. La parte di ramo posta sopra alla lesione può anche disseccare completamente.

I fiori, aggrediti piuttosto raramente, sono infettati a fioritura molto avanzata. L'infezione, in ogni caso, ne cagiona l'imbrunimento ed in breve tempo il disseccamento.

Le foglie subiscono l'attacco del patogeno solo a seguito del contatto con frutto infetto.

 

Interventi agronomici

All'impianto scegliere appropriati sesti, tenendo conto della vigoria di ogni singolo portinnesto e di ogni singola varietà. Calibrare adeguatamente gli apporti di azoto e gli interventi irrigui in modo da evitare un'eccessivo rigoglio vegetativo. Curare il drenaggio. Le potature verdi migliorano l'arieggiamento della pianta creando condizioni meno favorevoli allo sviluppo del patogeno.

 

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