Patogeno piuttosto diffuso e dannoso nei periodi freschi e umidi.
Riguardo le caratteristiche del microrganismo, presenta dei conidiofori di color violaceo pallido, provvisti all’apice di ripetute ramificazioni dicotomiche disposte ad angolo acuto; i conidi sono di forma ovale-ellittica e misurano 25,5 x 22 micron.
Può conservarsi in forma di oospore (nei residui delle piante infette, nel terreno, ed anche sui semi) e nella forma agamica di micelio e conidi (sulle piante ibernanti e sulle radici portaseme).
Le plantule derivanti dalle semine autunnali (nel caso di colture portaseme) e dalle semine primaverili (nel caso di colture destinate alla produzione di foglie e radici) possono essere colpite fin dalla loro emergenza, in funzione delle condizioni climatiche favorevoli.
Successivamente, la malattia continua a svilupparsi, sia sulle foglie delle piante in via di accrescimento che sugli scapi fiorali delle piante da seme, provocando danni particolarmente intensi soprattutto su queste ultime.
Dopo essersi insediato internamente, nello spazio intercellulare (emettendo dentro le cellule appositi austori), differenzia i conidiofori fuoriuscenti dagli stomi.
Le nuove infezioni sono favorite da temperature comprese tra gli 8 e i 15°C e da livelli di umidità molto elevati (bagnatura delle foglie, per pioggia o per umidità relativa prossima al 100%).
I conidi germinano a temperature comprese tra i 0,5 e i 30°C (rispettivamente per il minimo e il massimo) con un optimum di 10°C. A 12°C la contaminazione avviene in 8 ore ed il periodo di incubazione è di 11 giorni.
Piante di qualsiasi età possono essere soggette ad attacchi da parte del patogeno ed in ogni loro parte. Nelle giovani piantine, le foglie assumono una forma ondulata, manifestano bollosità, sono carnose, con colorazione giallastra o rossastra, e con la pagina inferiore ricoperta da un feltro di muffa grigio-violaceo; poi, con il passare del tempo, i tessuti marciscono, disseccano, portando spesso a morte la pianta.
Nelle piante adulte, l’infezione riguarda le foglie del cuore, le quali rimangono atrofiche, mentre le foglie esterne manifestano solo macchie contenute, ad effetto meno distruttivo. In pratica, la malattia provoca un diradamento delle coltivazioni ed un minore sviluppo delle piante che riescono a sopravvivere.
Oltre alle foglie la peronospora interessa lo scapo fiorale, corpo della radice ed il colletto.
indipendentemente dalla coltura
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