Ruggine bianca dello Spinacio Wilsoniana occidentalis, Albugo occidentalis, Cystopus occidentalis

Classificazione: Funghi > Ruggini

Fungo appartenente al genere Wilsoniana,  Specie Wilsoniana occidentalis (sin. Albugo occidentalis). I cromisti sono un gruppo tassonomico di esseri viventi eucarioti unicellulari o pluricellulari, per la maggior parte fotosintetici, anche se vi sono stati inseriti organismi precedentemente classificati come funghi inferiori, e quindi eterotrofi. Si tratta di una malattia riscontrabile in tutte le aree mondiali di produzione dello spinacio. In Italia è stata segnalata per la prima volta nel 2020.

Biologia

La biologia di W. occidentalis è simile a quella della ruggine bianca delle Crucifere (Albugo candida).
Gli sporangi secchi sono ialini e discoidali e misurano circa 10 × 41 µm; quando idratati sono sferici, fino a diventare ellissoidali, e misurano 10-19 X 20-22 µm. Le oospore sono finemente reticolate e hanno una dimensione di 44-62 µm.
Gli sporangi vengono prodotti nelle pustole fogliari, o sori, e vengono rilasciati quando il tessuto epidermico che li ricopre si rompe; germinano e producono da sei a nove zoospore mobili biflagellate che penetrano direttamente nella foglia. La germinazione avviene a 2-25 °C, con temperature ottimali fra 12-16 °C. Le epidemie più gravi di ruggine bianca sembrano essere favorite da notti fresche con abbondanti rugiade alternate a giornate soleggiate, calde e asciutte.
Le spore propagate per via aerea delle piante infestate, i residui delle colture e le essenze spontanee hanno un ruolo fondamentale nella diffusione dell’inoculo all’interno di una coltura o tra i campi. La malattia può essere trasmessa anche dalle sementi.

Danni causati

I primi sintomi si manifestano con piccole lesioni clorotiche sulla superficie fogliare che sviluppandosi danno luogo a piccole pustole bianche vetrose (sori), spesso disposte in anelli concentrici, sul lato inferiore della foglia e, occasionalmente, anche sulla pagina superiore.
Detti sintomi sono solitamente localizzati e confinati a foglie e piccioli, raramente sistemici nelle piante in fase vegetativa.
Le lesioni provocate dalla crittogama possono unirsi, per divenire dapprima di aspetto granuloso e successivamente necrotiche; quelle più vecchie danno origine a nuove oospore infettanti.

Interventi agronomici

Ridurre la densità di semina impiegando seme sano o conciato prediligendo varietà resistenti; distruggere i residui di piante infettate e procedere ad ampie rotazioni colturali.

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