P. graminis è la ruggine che risulta più pericolosa, in quanto può causare grandi perdite in termini di resa produttiva conseguente alla disidratazione delle piante con aumento di respirazione e traspirazione. Questo basidiomicete attacca prevalentemente il frumento e, grazie alle sue altre forme speciali, orzo, segale, avena e diverse essenze graminacee spontanee.
Verso il mese di giugno compaiono sui cereali le prime pustole (uredosori) contenenti le uredospore, che diffondono l'infezione anche a notevole distanza, trasferendosi anche da un continente all'altro. Raggiunte piante recettive, le uredospore germinano rapidatmente e dopo un'incubazione di 10-14 giorni sviluppano nuovi uredosori. A questo punto sulle piante infettate si differenziano anche i teleutosori con relative teleutospore, che permettono alla crittogama di superare l'inverno. Resistendo molto bene alle basse temperature, le teleutospore possono mantenere inalterata la loro vitalità per oltre 18 mesi. Quando la temperatura, in primavera, torna sopra i 10°C, le spore germinano producendo le basidiospore che, veicolate dalle correnti d'aria e dalle piogge, vanno ad infettare i cosiddetti ospiti secondari, Berberis e Mahonia. Su questi ospiti intermedi l'infezione si palesa sulla pagina superiore delle foglie sotto forma di macchie giallo-brunastre cosparse di piccoli punti neri (picnidi) e nella pagina inferiore con escrescenze aranciate (ecidi) contenenti le ecidiospore. Queste andranno poi ad infettare le graminacee, avviando un nuovo ciclo della malattia. Nelle zone caratterizzate da inverni miti le uredospore possono superare i rigori invernali e sviluppare nuove infezioni senza passaggi su ospiti secondari. Elevati valori di umidità relativa e temperatura media attorno ai 20°C aiutano l'insorgenza di epidemie di ruggine nera.
I sintomi dell'infezione di P. graminis si manifestano su tutte le parti aeree della pianta, culmi compresi (da qui l'identificativo 'ruggine dello stelo'). Le aree colpite presentano pustole inizialmente rotondeggianti, poi allungate, delle dimensioni variabili da pochi millimetri fino a un centimetro e oltre, di colore bruno-rossastro, sovente riunite in file parallele alle nervature. Con il progredire dell'infezione le pustole assumono una colorazione bruno-nerastra.
Eliminare tempestivamente le essenze spontanee che fungono da ospite intermedio della crittogama. Scegliere varietà resistenti, favorendone la maturazione anticipata, così da evitare attacchi gravi tardivi. Evitare semine troppo fitte. Praticare opportune fertilizzazioni atte ad evitare apporti eccessivi di azoto.
indipendentemente dalla coltura
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