Questa malattia è causata da Fusicladium pyrorum, forma imperfetta dell’ascomicete Venturia pyrina. È una problematica rilevante e compare tutti gli anni nei pereti colpendo foglie, frutti e germogli.
La ticchiolatura del pero, a differenza di quella del melo, supera l’inverno sia come pseudoteci (corpi fruttiferi di origine sessuale, originati da V. pyrina) presenti sulle foglie cadute a terra, sia come micelio della forma imperfetta (F. pyrorum) presente nelle perule delle gemme e nei cancretti sui rami. Il micelio da fine marzo-inizio aprile inizia a produrre i conidi che in presenza di un velo d’acqua sono in grado di dare inizio alle infezioni. Le ascospore, liberate dagli pseudoteci, sono in grado di germinare con temperature comprese tra 1 e 33 °C e con la presenza di un velo d’acqua generando le infezioni primarie; da queste si generano poi i conidi che danno inizio alle infezioni secondarie che si susseguono durante la stagione. La malattie è favorita da stagioni piovose, umide, con sbalzi termici e dalla sensibilità varietale; tra le diverse cultivar di pero ve ne sono di molto suscettibili, come Kaiser, William, Coscia e altre, e varietà poco suscettibili come Abate Fétel e Conference.
La malattia colpisce foglie, frutti e germogli. Sulle foglie, su entrambe le pagine, compare una macchia bruna-olivacea tendenzialmente rotondeggiante e dalla spetto vellutato (presenza dei corpi fruttiferi); raramente si sviluppano deformazioni del lembo e le foglie colpite saltuariamente disseccano e cadono a terra. Sui rametti allo stato erbaceo si sviluppano delle tacche nerastre che successivamente si rigonfiano per poi fessurarsi longitudinalmente facendo fuoriuscire le fruttificazioni del fungo dall’aspetto polverulento e dal colore brunastro. I sintomi rimangono evidenti per lungo tempo, anche dopo la lignificazione, sotto forma di cancri; se ve ne sono parecchi sullo stesso ramo questo appare dall’aspetto rugoso e la sua vitalità può essere compromessa. I frutti possono essere colpiti in tutti gli stadi di sviluppo e su questi compaiono delle macchie dal colore bruno-olivaceo dall’aspetto vellutato per la presenza di una bassa muffetta (corpi futtiferi). Se l’attacco interessa frutticini da poco allegati vi è una forte cascola, mentre attacchi su frutti in crescita causano una loro forte deformazione e lo sviluppo di fenditure. Attacchi in prossimità della raccolta o la comparsa della malattia in magazzino vedono lo sviluppo di macchie puntiformi scure che si ingrandiscono fino a 0,5-0,8 mm di diametro, spesso molto numerose su uno stesso frutto.
Si possono eseguire la raccolta e distruzione delle foglie, la distribuzione di urea per accelerare la decomposizione delle foglie e l’asportazione dei rami con i cancri, questi interventi sono rivolti a ridurre l’inoculo in campo. Altri interventi sono la scelta di cultivar poco sensibili, effettuare una gestione della chioma che permetta un favorevole arieggiamento (riducendo ristagni di umidità), creare l’inerbimento nel frutteto e estirpare pereti abbandonati.
indipendentemente dalla coltura
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