Afide di probabile origine europea da ritenersi cosmopolita in ragione dell'ampiezza della sua area di diffusione. E' estremamente polifago in quanto compie la sua attività trofica su numerose piante ospiti: barbabietola da zucchero, graminacee, patata, pomodoro, e essenze ornamentali come Begonia, Chrysanthemum, Cineraria, Crocus, Dianthus, Dieffenbachia, Freesia, Fucsia, Hydrangea, Iris, Narcissus, Pelargonium, Philodendron, Tulipa, ecc.
Alata virginopara con capo e placca toracica brunastri e corpo di colore verde. Capo con tubercoli antennali diritti e paralleli. Antenne lunghe quanto il corpo, con guglia antennale lunga 5-6 volte la base dell'ultimo antennomero e con sensilli secondari in numero di 5-26 (solitamente 12-16) sul III antennomero.
Zampe gialle tranne la parte distale dei femori e gli apici delle tibie di colore nerastro.
Addome dotato di strette bande trasversali sclerificate irregolarmente subtrapezioidali e con tubercoli laterali assenti o poco sviluppati. Sifoni subcilindrici, di colore chiaro, con una stretta porzione scura vicino all'orlo interessata da un accenno di reticolazione disposta al massimo su due file.
Codicola triangolare e appuntita, lievemente strozzata a 173 della lunghezza, chiara, di lunghezza pari a 0,37-0,45 quella dei sifoni, fornita di 5-8 (mediamente 7) setole laterali. A maturità raggiunge i 2,7-3 mm di lunghezza, escluse le ali.
Attera virginopara con capo e torace di colore brunastro chiaro e addome verde brillante privo di sclerificazioni, con placca perisifonale più scura. Antenne lunghe, inserite su tubercoli con lati interni quasi paralleli, con guglia 5-6 volte la base dell'ultimo antennomero, fornite di 0-4 sensilli (mediamente 1-2) disposti nella parte basale del III antennomero. Sifoni chiari alla base, embricati e con orlatura apicale, con la parte distale annerita e con accenno di reticolatura disposta al massimo su due file. Codicola verdastra, di forma triangolare, fornita di 6-8 setole.
A maturità raggiunge 1,9-2,9 mm di lunghezza.
Il ciclo biologico di A. solani non è del tutto noto, soprattutto la modalità di superamento della stagione fredda. Pare in ogni caso olociclico sui diversi ospiti vegetali.
Nel periodo invernale se ne è registrata la presenza su numerose piante ornamentali in coltura protetta.
A. solani vive sull'apparato fogliare delle piante ospiti, in colonie di pochi individui.
I danni diretti che arreca alle colture sono solitamente assai limitati. Di maggiore rilevanza agronomica sono invece le alterazioni cagionate sulle colture ornamentali, sulle cui foglie provoca decolorazioni e puntinature necrotiche.
Assume ancora più importanza come vettore di virus, essendo in grado trasmetterne, in modo persistente e no, all'incirca una quarantina, come quelli di patata e piante ornamentali.
indipendentemente dalla coltura
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